Sangiuliano spiazza tutti e cita Lenin parlando ai librai. Le proposte per rivitalizzare il mondo del libro
La citazione di Lenin, nel caso di Gennaro Sangiuliano, non è affatto scontata, ma il ministro della Cultura richiama proprio lo storico interrogativo del rivoluzionario bolscevico nel chiedersi: “che fare?” a proposito della ‘cura’ giusta per il mondo italiano dei libri. Chissà se i censori del linguaggio dei ministri del centrodestra apprezzeranno la citazione o lo “tritureranno”. Come avvenne con Dante e in molte altre circostanze. Il riferimento, spiazzante, all’interrogativo di Lenin esce fuori nella sede della Confcommercio: alla inaugurazione del corso di alta formazione per librai organizzato da Ali, l’Associazione Librai italiani. Da qui il ministro, che è un bibliofilo, ha ragionato su una serie di proposte per rispondere al suo stesso interrogativo: come e cosa fare per dare risposte adeguate al mondo variegato che ruota attorno alla lettura e alle librerie. Il riferimento è al celebre titolo Che fare?, sottotitolo Problemi scottanti del nostro movimento, una delle opere politiche più rilevanti di Lenin.
Sangiuliano spiazza tutti: parla dei libri e cita Lenin
“Sono un fanatico del libro – premette infatti Sangiuliano -. Ho speso quasi tutti i miei soldi in libri, ne ho più di 15.000, alcuni anche pregiati: con quei soldi, avrei potuto comprarmi un appartamento. Il mio amore per i libri è sincero ed è praticato, al punto da suggerire ogni giorno sul mio profilo Twitter un libro da leggere”. Chi lo conosce sa che è vero. Quindi, le proposte del ministro: “Stabilire un equo canone per affitti agevolati alle librerie ospitate in immobili di proprietà non privata ma di Comuni e Regioni, banche e altri enti; perché il libro non è un detersivo, ha un valore etico e non può essere trattato come una qualsiasi attività commerciale. Il senso civico di una Nazione e lo sviluppo di buoni cittadini dipende anche dalla costanza delle loro letture”.
Le proposte di Sangiuliano all’Associazione dei librai
Che fare, dunque per rivitalizzare il mondo del libro? Il digitale, le vendite su Amazon, rendono difficile la sopravvivenza delle piccole librerie di qualità. Discorso annoso che il ministro ha affrontato: “Il digitale esiste e noi non siamo luddisti. Ma Amazon deve pagare le tasse!”. Inoltre, “come esiste un Fus (Fondo unico per5 lo spettacolo) per il cinema o per il teatro, così deve esistere un Fus anche per il mondo del libro”. Infine, ha aggiunto: “ho già incaricato i miei esperti di studiare un severo inasprimento delle pene contro la contraffazione e la riproduzione abusiva dei testi librari“. Sangiuliano annuncia che seguirà con cura tali questioni, visto che – ha sottolineato- “sono ministro della Cultura da appena quattro mesi, negli anni passati tante cose sono state lasciate a languire”.
Sangiuliano e il saggio su Lenin
E a chi è rimasto preso in contropiede dalla citazione di Lenin di cui sopra, ricordiamo che tra i tanti saggi storici Sangiuliano ha scritto per Mondadori Scacco allo Zar. 1908-1910: Lenin a Capri, genesi della Rivoluzione. Pochi sanno che Lenin trascorse due periodi della sua vita a Capri. Già all’epoca considerata una delle più belle isole del mondo. Proprio di fronte ai Faraglioni, dopo la fallita rivoluzione del 1905, si era formata una piccola colonia di esuli russi. Riunitisi attorno a Gorkij, scrittore di successo e fiore all’occhiello dei bolscevichi. Una cerchia di intellettuali che darà vita alla cosiddetta Scuola di Capri. Vero e proprio laboratorio di formazione per rivoluzionari basato su una concezione antiautoritaria del marxismo; una pericolosa deviazione dall’ortodossia secondo Lenin. Nell’aprile del 1908 Lenin sbarcò per la prima volta al molo di Capri, ufficialmente per un periodo di svago. Ma in realtà anche per controllare questi rivali interni: vi rimarrà per alcuni mesi, ritornandovi poi nel 1910 e intrecciando relazioni con il gotha dell’aristocrazia europea.