Schillaci accelera: «Più soldi ai medici che lavorano in prima linea. Liste di attesa più snelle»

24 Mar 2023 9:55 - di Liliana Giobbi
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Contributi previdenziali “più pesanti”, maggiori punteggi ai fini della carriera e defiscalizzazione dell’indennità di specificità per i medici che lavorano nella prima linea dell’emergenza e urgenza o nelle specialità meno attrattive perché non si fa attività privata. Più soldi anche per le prestazioni aggiuntive erogate dai professionisti sanitari per snellire le liste d’attesa, limiti molto più stringenti nell’utilizzo dei medici a gettone. Ci sarà questo e altro ancora nel decreto omnibus sanitario che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, anticipa in un’intervista a “La Stampa”.

Schillaci: «Le Regioni devono evitare gli sprechi»

Le Regioni sostengono che con la prospettiva di un finanziamento dell’Ssn al 6% del Pil da qui al 2025 bisognerà dire la verità ai cittadini. E così? «Non è solo una questione di soldi», risponde il ministro. «Le Regioni devono però adoperarsi per evitare gli sprechi e rendere più efficienti gli ospedali e la sanità territoriale. I posti letto negli ospedali vanno ad esempio aumentati. Ma bisogna lavorare anche sull’appropriatezza dei ricoveri con la presa in carico dei malati cronici proprio da parte del territorio. Il mondo sta cambiando. Abbiamo tecnologie e terapie che consentono quello che fino a ieri era impensabile».

«Il governo ha aumentato le risorse»

«Le risorse per l’innovazione», continua Schillaci, «devono arrivare dalla prevenzione, che va potenziata. Perché in una popolazione che invecchia prevenire significa non solo far vivere meglio le persone ma anche liberare risorse per curarle poi più efficacemente quando serve. Rispetto alle risorse mi faccia però dire che, nonostante la guerra e la crisi energetica, il governo le ha aumentate quest’anno di oltre 4 miliardi. E nel calcolare le percentuali sul Pil bisogna considerare che durante la pandemia è sceso notevolmente. Ora invece è destinato a salire anche oltre i livelli pre-pandemici. Il che significa che in valori assoluti le risorse non diminuiscono ma aumentano».

Aumentare il compenso dell’orario aggiuntivo

«Stiamo pensando di snellire le liste d’attesa aumentando il compenso dell’orario aggiuntivo dei medici e degli operatori sanitari», continua Schillaci. «Si sta lavorando per contrastare la violenza nei pronto soccorso anche con il procedimento d’ufficio contro gli aggressori. Vogliamo mettere dei paletti all’uso dei gettonisti. Pensiamo infine per chi lavora nei reparti in prima linea, come l’emergenza e urgenza, di defiscalizzare l’indennità di specificità medica da circa 8mila euro l’anno. E di dare maggior peso ai contributi previdenziali per ogni anno lavorato in questi reparti, dove si potrà fare più punteggio anche ai fini della carriera. Che poi è anche un modo per incentivare i giovani a iscriversi a quelle specialità mediche meno attrattive da un punto di vista economico perché hanno poco mercato privato».

Schillaci: alla Meloni direi ancora di sì

Se la richiamasse oggi Giorgia Meloni, le direbbe ancora sì? «Sì. E con maggiore determinazione di prima. Ho trovato un Ssn in condizioni che non mi aspettavo, con strutture ingolfate, una spesa a volte sbilanciata su alcune voci rispetto ad altre. Mi sto sempre più convincendo che non serve mettere più soldi se poi vengono spesi male. Con il ministro Giorgetti stiamo lavorando per reperire le risorse necessarie a incentivare i medici e ad aumentare i posti letto. Ma è indispensabile razionalizzare i percorsi di cura per avere una sanità pubblica più vicina ai cittadini. Soprattutto a quelli più svantaggiati».

 

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