Schlein, debutto anti-italiano a Bruxelles: spara a zero sulla Meloni ma tace sul Qatargate

23 Mar 2023 18:23 - di Adriana De Conto
schlein Bruxelles

Andare in Europa e mettere in difficoltà il governo italiano e il premier Meloni. Con questo intento propagandistico e anti-italiano ha esordito Elly Schlein, a Bruxelles in qualità di membro di spicco dei Socialisti europei. Nel punto stampa ha sparato a zero contro le politiche dell’esecutivo. Proprio ciò che voleva scongiurare il presidente del Consiglio. Quando nelle comunicazione alla Camera si era detta sicura che le opposizioni avrebbero fatto fronte comune a Bruxelles sui dossier che contano: sulle battaglie vitali per il futuro dell’Italia, a partire da quella sull’immigrazione. E invece proprio su questo punto la segretaria del Pd è andata a fare una battaglia solitaria di propaganda per mettere in cattiva luce il premier e il governo italiano di fronte ai suoi amici socialisti. Una presa di posizione anti italiana. “La Meloni non ha il coraggio di dirlo ai suoi alleati”, è andata affermando. La “destra” adesso è “al governo: benissimo, rivendicano una centralità del problema migratorio per tre righe” nelle conclusioni del Consiglio Europeo “che non dicono niente di concreto. Duole affermarlo, ma è così”. Non proprio. L’immigrazione ora è un tema centrale, prima era impensabile, ha scandito il premier.

Migranti, Schlein: “Meloni non ha il coraggio di dirlo ma…”

Elly Schlein, a Bruxelles in versione anti-italiana, ha accusato la Meloni di scarso coraggio. Il governo italiano secondo la segretaria dem dovrebbe chiedere all’Unione una nuova missione di ricerca e salvataggio, sul modello di Mare Nostrum. “La domanda che spero il governo italiano faccia all’Ue è una Mare nostrum europea: cioè una missione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, che abbia il mandato operativo per salvare le vite quando ce n’è bisogno; perché le tragedie continuano ad accadere”, ha detto con fare accusatorio. Un colpo basso.

Schlein vuole protezione temporanea per tutti, non solo per gli ucraini

“L’altra domanda che avrebbe senso fare è perché non si può attivare la direttiva sulla protezione temporanea con chi, come a Crotone, sta fuggendo dall’Afghanistan e da altre situazioni di tortura e discriminazione in Siria? Quando c’è stata la necessità di accogliere un grande numero di persone (dall’Ucraina, ndr), si è attivata per la prima volta la direttiva sulla protezione temporanea”.  Vorrebbe l’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea per tutti i migranti. “E’ una domanda molto semplice e non sto sentendo Giorgia Meloni farla, perché non ha il coraggio di farla ai suoi alleati nazionalisti europei come Orban; che sono quelli che costruiscono i muri per lasciare l’Italia dall’altra parte e continuare a schiacciare i diritti fondamentali delle persone”.

Dalla Schlein colpi bassi contro l’Italia. E Gentiloni applaude

La posizione della Schlein contro gli interessi italiani si è palesata anche riguardo al green Deal, allo stop ottenuto grazie al centrodestra dei motori a benzina e diesel.  La segretario del Pd ha incontrato Paolo Gentiloni e Frans Timmermans, il vicepresidente della Commissione europea che in più occasioni si è scagliato contro l’Italia per la sua contrarietà all’applicazione di un disposto che danneggerebbe il tessuto economico e sociale del nostro Paese. La segretaria Pd ha dimostrato di avere recepito talmente bene la “lezione” dei due interlocutori, che nel punto stampa ha puntato il dito contro la scelta di Italia e Germania di fermare la direttiva.

Nessun accenno al Qatargate

Direttiva  che imponeva la fine delle immatricolazioni delle auto con motori endotermici nel 2035 in nome delle auto elettriche. Un provvedimento che avrebbe raso al suolo l’automotive europeo in favore di quello cinese, che per fortuna è stato bocciato. Paolo Gentiloni ha definito “bellissimo” l’esordio di Elly Schlein nel gruppo del Pse, “in perfetto inglese. Tuttavia, né lui né lei hanno accennato alla vergogna dei socialisti europei invischiati nel Qatargate. Sollecitazione posta dal parlamentare europeo di FdI-Ecr, Berlato. Ma il tema è scomparso magicamente dall’agenda della segretaria. E anche la stampa presente a Bruxelles evidentemente ha ignorato lo spinoso argomento.

 

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