Sicurezza a Roma, Ferro: «Dal governo c’è la massima attenzione: già disposti più fondi e agenti»
A Roma non c’è un «allarme sicurezza», anche se i sette omicidi compiuti da inizio anno, alcuni dei quali con modalità che fanno pensare a esecuzioni, destano «preoccupazione». A dirlo è stata la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, ricordando che «come tutte le grandi metropoli, Roma è una realtà complessa, con un territorio vasto, sacche di disagio sociale, interessi economici, un enorme mercato della droga». «Ma non descriverei una situazione fuori controllo perché, in base alle statistiche, Roma resta una delle capitali europee più sicure”, ha aggiunto il sottosegretario, sottolineando anche che «da parte del governo c’è grande attenzione rispetto alle dinamiche criminali che interessano la Capitale».
La presenza dei clan nella Capitale
Dopo aver ragionato sulla presenza a Roma di interessi di clan di varia natura – dalla Ndrangheta alla Camorra, dai clan siciliani e pugliesi alla criminalità autoctona, fino alle nuove mafie di origine straniera «che, nel tentativo di emergere e conquistare territorio, mettono in pratica metodi criminali feroci» – legati soprattutto al mercato della droga, in un’intervista al Messaggero, Ferro ha chiarito che «alcuni degli ultimi agguati, per le modalità di esecuzione e i profili delle vittime, potrebbero far pensare a dei regolamenti di conti nell’ambito dei contesti criminali». Una realtà che l’esponente del governo dimostra di avere molto ben presente e di non sottovalutare.
Le “operazioni ad alto impatto” disposte dal governo per le grandi città
Parallelamente c’è il tema dei reati che più direttamente impattano sui cittadini: furti, aggressioni, movida violenta. «Il verificarsi di reati violenti fa diminuire la percezione di sicurezza da parte dei cittadini», ha sottolineato Ferro, che ha ricordato l’impegno del premier Meloni e del ministro Piantedosi per «rafforzare l’azione di prevenzione e contrasto con un imponente dispiegamento di personale impegnato nel controllo del territorio». Dal 10 gennaio, dopo un confronto con i sindaci di Milano, Napoli e Roma, il governo infatti, con le “operazioni ad alto impatto” per la sicurezza, ha dispiegato «ad oggi 10mila agenti delle forze di Polizia, oltre a 2mila unità di polizia locale».
Ferro: «Nella Capitale intensificati i controlli, ed è solo l’inizio»
«Solo nel territorio della Prefettura di Roma – ha spiegato il sottosegretario – sono state arrestate 140 persone, 254 denunciate, quasi 20mila soggetti sottoposti a controlli. Abbiamo intensificato i controlli nella stazione Termini e nelle aree limitrofe attraverso imponenti servizi interforze. L’attività è stata estesa anche ad altri ambiti cittadini, a partire dalla cosiddetta malamovida allo spaccio di droga, al fenomeno delle baby gang, allo sgombero di alloggi occupati abusivamente, una realtà che spesso cela un vero e proprio racket su cui c’è l’interesse della criminalità organizzata». «Ma questo è solo l’inizio di un lavoro che ci vedrà impegnati a 360 gradi», ha aggiunto Ferro, spiegando che «vogliamo costruire una sinergia tra il Viminale e i sindaci delle principali Città metropolitane sul tema della sicurezza urbana, elaborando progettualità specifiche e stanziando le risorse necessarie».
Gli stanziamenti per la sicurezza a Roma
Il sottosegretario quindi ha portato alcuni esempi concreti: l’aumento di oltre 2 milioni di euro per il 2023 del Fondo per la sicurezza urbana destinato a Roma, per un totale di oltre 6,5 milioni di euro; sempre per la Capitale un ulteriore milione di euro dal Fondo unico Giustizia e 100mila euro dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione per misure in favore dei senza tetto o di altre categorie fragili. «Roma è al centro dell’azione di governo e i fatti lo dimostrano», ha quindi commentato Ferro, assicurando che, dopo la nomina del prefetto Bruno Frattasi all’Agenzia per la cybersicurezza, «la Prefettura di Roma avrà certamente al più presto una guida di grande competenza e autorevolezza».
L’impegno a «360 gradi» del governo
«Più in generale – ha poi proseguito il sottosegretario – il governo Meloni ha previsto in legge di bilancio 45 milioni di euro per un triennio per il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza, su cui si pensa di dare priorità alle realtà metropolitane, altri 4 milioni per iniziative in materia di sicurezza urbana, oltre alle ingenti risorse che saranno inserite nel Poc “Sicurezza e legalità”. Stiamo lavorando per costituire presso le Prefetture degli specifici gruppi di lavoro per intervenire sui temi della marginalità e dell’esclusione sociale».