Soffocò la moglie, ergastolo per Zeeshan. FdI: respinta l’assurda pretesa di infermità mentale
La Corte di assise di primo grado di Bolzano ha condannato all’ergastolo il quarantenne pachistano Mustafa Zeeshan per l’uccisione della moglie Fatima, di 28 anni. La giovane, incinta di otto mesi, è stata picchiata e soffocata nel suo letto a Versciaco, in Alta Val Pusteria, nella notte del 30 gennaio 2020.
Per Zeeshan isolamento diurno per 6 mesi
La pena prevede anche l’isolamento diurno per 6 mesi, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale durante l’esecuzione della pena. A titolo di provvisionale, Zeeshan è chiamato a pagare 50.000 euro e a rifondere le spese del procedimento alla parte civile. La determinazione dei danni patrimoniali e non per la parte civile sono rimessi al giudice civile.
Antoniozzi: niente infermità mentale
«Ancora una volta la Corte di assise di Bolzano, dopo il caso Neumair, respinge l’assurda pretesa di infermità mentale e condanna all’ergastolo un uomo, il signor Mustafa Zeeshan, che aveva ucciso la moglie in un modo barbaro». Lo afferma Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che nei giorni scorsi ha presentato la proposta di legge di modifica degli artt. 88 e 89 del codice penale che disciplinano l’infermità e la seminfermità mentale. «Era stata chiesta l’infermità per un episodio psicotico scaturito da disturbi del sonno», osserva Antoniozzi, «legittimamente respinto dai giudici. La nostra legge è quanto mai necessaria per ripristinare chiarezza, ma sentenze come questa fanno giustizia, pur sempre nel dolore di una perdita grave», conclude Antoniozzi.