Stampa e Repubblica tra il culto di “santa Elly” e lo sciacallaggio sul dolore di Cutro

17 Mar 2023 9:34 - di Vittoria Belmonte

Occorre dare atto a Daniele Capezzone, nella sua rassegna mattutina politicamente scorretta “La Verità alle sette”, di segnalare e sottolineare sempre con arguta ironia le cadute di stile di Stampa e Repubblica. Giornali che dosano con piglio autorevole manipolazione (contro il governo) e adulazione, passando disinvoltamente dal culto di Mario Draghi a quello di Elly Schlein. Un vizio antico del giornalismo italiano, certo, ma che diventa su queste due testate qualcosa di informe e maleodorante. E che sulla tragedia di Cutro aveva già raggiunto il culmine. Ma si può sempre scavare più a fondo nel liquame. E ciò avviene oggi a proposito dell’incontro di Giorgia Meloni con 35 tra superstiti e parenti delle vittime del naufragio del 26 febbraio (86 i corpi finora ritrovati).

La sinistra si è dedicata con cura a costruire il suo romanzo su quella tragedia per far percepire agli italiani che la colpa era del governo, dei mancati soccorsi, dell’ostilità della destra verso i migranti. Non andava bene nulla: neanche prendersela con gli scafisti. Sono arrivati a dire che anche gli scafisti, in fondo, sono vittime di chi organizza il traffico di esseri umani. Si sono attaccati alla frase “Li cercheremo lungo tutto l’orbe terracqueo” per ridicolizzare, sminuire, denigrare. Altre frasi, non meno ridicolizzabili, erano uscite di bocca a Elly Schlein, tipo il fatto di avere incontrato vecchiette centenarie che non vedevano l’ora di votarla alle primarie. Ma nessuno se ne è accorto…

Andiamo avanti: da qualche giorno il registro luttuoso della sinistra ha cambiato soggetto. Al centro non vi sono più i morti di Cutro ma i figli delle coppie omogenitoriali cui la destra negherebbe i diritti. Il tutto in preparazione della manifestazione antifascista di domani a Milano, con la Schlein in prima fila a difendere le coppie che ricorrono alla gestazione per altri. Però accade che nel frattempo Meloni incontri i parenti e i superstiti del naufragio e che lo faccia senza coinvolgere la stampa. Del resto, se il consiglio dei ministri riunito a Cutro era solo una tardiva passerella – come hanno scritto i media ostili all’esecutivo – perché ripetere l’errore e farne una seconda? I giornalisti avrebbero dovuto apprezzare tanto riserbo. E invece no, stavolta la passerella la volevano. Volevano avvicinare quelle persone, volevano che confermassero il romanzo costruito con cura certosina: sì – avrebbero dovuto dire quei parenti strumentalizzati da settimane – sì, è colpa del governo se i nostri fratelli, le nostre sorelle, i nostri familiari sono morti in quel modo atroce. Ingiusto. Invece no. Si sono dovuti accontentare di un breve comunicato ufficiale di Palazzo Chigi e di un video senza sonoro. Con i volti oscurati dei partecipanti all’incontro (c’erano infatti dei minori).

E allora è scattata l’indignazione, la rabbia, la voglia di ingiuria. Gli sciacalli sono rimasti a bocca asciutta. Senza cibo, si sono incattiviti. Intanto hanno stigmatizzato una domanda che Meloni ha posto alla delegazione: sapevate i rischi che correvate? Una domanda legittima. Che è diventata volontà del governo di “colpevolizzare” i superstiti. E poi, ci racconta Annalisa Cuzzocrea, la cronista che per prima fece lo scoop sulla borraccia di Elly Schlein, che quei parenti, quei sopravvissuti, sono andati dalla Meloni “senza gli avvocati”. E che c’entrano gli avvocati? Che era un processo? C’era l’interprete, insomma, ma non c’era lei a sciacallare sulle lacrime. Che grave danno per l’informazione. E quindi lo sciacallaggio si esercita sulle scarne frasi del comunicato ufficiale. Si scrive che quelle persone si sono appellate al “cuore di madre della Meloni” ma lei, donna senza cuore, chiede loro se erano avvertiti dei rischi che correvano. Che vergogna – dice Cuzzocrea – tutto fatto apposta per dare la colpa agli scafisti.

Ora, alla Cuzzocrea continua a sfuggire un particolare che invece dai resoconti degli interrogatori dei superstiti appare lampante: non è che si vuole dare la colpa agli scafisti, la colpa è degli scafisti. I quali anziché raggiungere la costa portando in salvo i migranti hanno atteso la notte facendo insabbiare l’imbarcazione e provocandone la rottura con una manovra avventata a tutta velocità e senza consentire ai viaggiatori terrorizzati di chiamare i soccorsi. Fuggendo poi con un gommone e abbandonando le persone al loro destino.

Ora, mentre Cuzzocrea lacrima sull’insensibilità del governo, sull’altro fronte, quello sinistro, si fanno fuochi d’artificio. Qualche titolo per comprendere meglio: a Rimini si fanno “prove di campo largo” e “Ora la Cosa esiste davvero”. Invano troverete un titolo su ciò che ha detto Carlo Calenda e cioè che non governerebbe mai con Landini, Schlein e Fratoianni e quindi che le prove di campo largo non sono andate poi così bene. Invece si segnala al lettore che i leader dell’opposizione portano la fascetta bianca in segno di lutto per Cutro. Il che è certo di grande utilità ai superstiti del naufragio e prova di enorme sensibilità. Mentre si fanno accordi e si tesse la tela dell’opposizione si ostenta un lutto poco credibile…

E poi c’è Francesco Merlo. Quello che appellò la Meloni come “reginetta di Coattania”. Per questo signore il comunicato di Palazzo Chigi sull’incontro di Meloni con i superstiti di Cutro è addirittura un “pizzino”, il video senza audio è realizzato sul modello della dittatura cinese. Meloni e Tajani che stringono le mani dei parenti e dei superstiti sono i “carnefici”. Inoltre lei “è vestita Armani” mentre i naufraghi sono vestiti dalla Croce Rossa. Ancora: lei non li abbraccia, ma li intrattiene con una “cantilena da suburra”. E poi quei superstiti sono stati, sì, invitati. Ma anche “sequestrati” perché portati a Roma con un C130 dell’Aeronautica .

Volete invece sapere come Repubblica informa sul dibattito di Rimini con la Schlein? Eccovi serviti. Titolo: “Schlein conquista il congresso Cgil. Qui è casa sua. Fischiato Calenda”. Sommario interno del servizio sul congresso di Rimini della Cgil: “Entusiasmo tra i delegati. “Con lei abbiamo ritrovato sintonia culturale e politica. Ora è lecito sognare”. Lei è ovviamente “santa Elly”. E poi, si racconta, c’è stato l’intervento galvanizzante di Yolanda Diaz, la ministra spagnola che ha sconfitto la “precarietà”. Che chiude con un beneaugurante “Adelante Companeros!”. E Repubblica si entusiasma: “Tutti in piedi. Pazzi di lei. E di Elly”. E tutti in lutto per Cutro, ovviamente. Questa è Repubblica. Non avvertire anche voi un vago senso di nausea?

 

 

 

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