Strage di Cutro: il percorso effettuato dal barcone certifica il fallimento di Frontex
Il ruolo e la latitanza di Frontex diventano di clamorosa attualità dopo il naufragio di domenica a Steccato di Cutro nel Crotonese. Sono stati intanto recuperati altri due corpi: un adulto e un bambino di 10 anni. Sale a 66 il bilancio delle vittime, di cui 15 minori.
Identificati per ora i i presunti “scafisti”, che hanno condotto il barcone dalla Turchia in Italia in condizioni meteo-marine di pericolo, partendo il 22 di febbraio da Izmir: e costeggiando per lunghi tratti le isole della Grecia, senza fermarsi nonostante il tempo proibitivo. Eppure la Grecia è Unione europea. Sarebbero stati in salvo. Avevano qualcuno che li attendeva in Calabria?
Gli scafisti sonoun cittadino turco e due pakistani, di cui un minorenne, che avrebbero chiesto per il viaggio 8mila euro a testa ai profughi.
La Guardia costiera ha ricostruito le informazioni in suo possesso dal 25 febbraio, quando l’imbarcazione in legno a fondo piatto – definita “anomala” dagli investigatori calabresi rispetto al fenomeno noto degli “‘sbarchi fantasma” sulle coste ioniche – è stata avvistata per la prima volta da Frontex.
“Navigava regolarmente” in condizioni di “galleggiabilità” e con “solo una persona visibile sulla coperta della nave”. Telefonate di soccorso? “Nessuna dai migranti”, riferisce il Comando generale delle Capitanerie di Porto, fino alle 4.30 del mattino, quando sono giunte “segnalazioni telefoniche da soggetti a terra” che ora andranno identificati.
“Omissione di soccorso? Non risulta il reato”
“Sì, è vero, nessuno ha mai dichiarato un evento Sar per questo barcone e quindi non è mai partita un’operazione di ricerca e soccorso”. Lo afferma, in un’intervista a la Repubblica, il procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia sull’indagine sul naufragio a Cutro. Sull’ipotesi che si possa indagare anche per omissione di soccorso, Capoccia precisa: “No, andiamoci piano. In tutto questo marasma non vedo emergere un’ipotesi di reato di questo genere. E però mi sento di dire che il ruolo di Frontex andrebbe proprio ripensato”.
Il procuratore di Crotone: il sistema smagliato della Ue
“Penso che certamente sta venendo fuori un sistema smagliato, probabilmente in perfetta buona fede dove ciascuno fa il suo, ma che alla fine si traduce in un ‘vado io, vai tu’ che alla fine può portare a situazioni tragiche come questa – sottolinea – Ripeto, ricostruiremo punto per punto ogni momento, perché è nostro dovere dare risposte alle famiglie delle vittime, al Paese”. “Siamo travolti dalle informazioni, ora dopo ora stiamo acquisendo documenti e testimonianze. Non so bene quale sia il mandato di Frontex, chi siano o chi dovrebbero essere i destinatari delle loro informazioni, non so neanche se i mezzi della Guardia di finanza che sono usciti in mare alla ricerca del barcone lo abbiano visto, agganciato con un radar, o non lo abbiano proprio trovato – continua – Tutte risposte che attendo nelle prossime ore”.
FdI: “Per Frontex non c’erano segnali di pericolo col mare in tempesta”
“Secondo Frontex ‘non c’erano segnali di pericolo’, ma le motovedette inviate dalle autorità italiane sono state ‘costrette a rientrare in porto’. Delle due, l’una: se l’imbarcazione, come sostiene Frontex, non era in pericolo, perché le motovedette hanno fatto rientro in porto?”, chiede il senatore di Fratelli d’Italia e membro della commissione Giustizia, Ernesto Rapani.
“Ciò che non torna è anche la fase di partenza. La Turchia non è uno Stato membro Ue, ma ha specifici accordi (economici) che dovrebbe regolamentare sui flussi clandestini.
Ci vuole rispetto per i morti soprattutto
Le bare bianche 🙏🙏🙏🙏🙏 ) ma non dovevano nemmeno partire con una barca marcia . Se era il destino di morire almeno nella loro nazione , adesso la colpa dello Stato Italiano
Il contrasto politico deve sempre farci sentire in colpa? mi dispiace per i morti in mare ma quel barcone secondo me non voleva essere individuato e tanto meno aiutato,spero che si indaghi su questo aspetto