Terremoto Schlein, le sardine già litigano. Scontro tra Santori e Corallo: “Serve più umiltà”
Aveva brindato all’uscita dal Pd di Beppe Fioroni all’indomani delle primarie che hanno incoronato Elly Schlein segretaria. Poco elegante, come altre volte, e troppo baldanzoso. È Mattia Santori, leader storico delle Sardine fiorentine. Sostenitore della neosegretaria in odore di promozioni.
“Per un Fioroni che se ne va penso che avremo 100 nuovi entranti nel Pd” aveva detto. Parole che non sono piaciute perfino a una sardine doc come Jasmine Corallo, quella della “rivolta dei balconi”. “Vedo un atteggiamento respingente – ha detto polemizzando con Santori – che non è possibile in questa fase”, ha detto criticando Santori dai microfoni di Agorà su La7.
Lite tra Santori e Corallo su Fioroni, baruffa nelle sardine
Insomma umiltà, suggerisce Corallo, che ha preso di recente la tessera del Pd. Il diretto interessato, fondato del Pd, risponde laconico. “E chi è Santori?”, domanda che si fanno in molti. “L’importante è che io non faccia parte di un partito che non mi vuole, gli auguro di vederne arrivare anche mille”, dice Fioroni. Che paragona i dem a uno “stracotto»”.
Nervosismo in casa dem per il nuovo organigramma
Il clima al Nazareno è fibrillante. Dopo la scontata professione di antifascismo e la richiesta di dimissioni di Piantedosi, Schlein è alle prese con i nuovi organigrammi. A cominciare dal ruolo dello sconfitto Bonaccini. Dove collocare il governatore emiliano? Tra i due è gelo. Dopo i complimenti in diretta tv Bonaccini non ha ancora sentito la segretaria che sogna una sinistra radicale vicina ai 5Stelle.
Schlein alle prese con il nodo Bonaccini. Che fare?
Gli ambasciatori sono al lavoro ma la missione è difficile. E non si risolve con qualche pennacchio. In gioco c’è la visione del nuovo partito, quella che una vecchia gloria come Rosy Bindi dice che manca. L’appuntamento è per il 12 marzo quando si riunirà l’assemblea generale e verrà insediato l’ufficio di presidenza. E gli occhi sono puntati sulla presidenza, che potrebbe fare da contraltare alla segreteria Schlein, pronta a traghettare i dem sulla sponde più radicali.