Vergognoso snobismo di “Repubblica”: “Meloni fuori posto a Bruxelles, come certi invitati che…”
Articolo di commento da dimenticare contro Giorgia Meloni su Repubblica, dove il solito snobismo radical-chic porta la firma di di Andrea Bonanni: “Giorgia Meloni a Bruxelles sembra sempre fuori posto, come certi invitati in un salotto buono che non sanno neppure dove andare a sedersi”. Un incipit vergognoso, maleducato, cattivo e tutt’altro che rispondente alla realtà. Il resto del commento sul premier italiano a Bruxelles è un susseguirsi di negatività. Secondo l’editorialista la presenza del presidente del Consiglio si materializza in una serie di flop. Una ricostruzione che già il titolo della “prima” del quotidiano diretto da Molinari veicolava: “Meloni a mani vuote”. Ricordiamo he il summit è ancora in corso.
Lo snobismo irricevibile di “Repubblica”: “Meloni fuori posto a Bruxelles”
La narrazione di Repubblica è lontana dalla verità. L’Italia – perché il premier rappresenta gli interessi del nostro Paese, qualcuno lo dimentica- ha ottenuto quel che altri governi non hanno ottenuto: il riconoscimento, nero su bianco, che l’emergenza migranti è emergenza europea. Che siano poche righe nel documento Ue, come ha fatto notare molto “anti-italianamente” Elly Schlein, non è poi così sostanziale. Meloni ha ricucito con il presidente francese Macron. E’ stato lui a chiederle un incontro a due nella serata di giovedì. Incontro inimmaginabile alla vigilia, dopo la freddezza dei mesi scorsi. Un momento simbolo della sua prima giornata a Bruxelles.
Perché Meloni a Bruxelles può dirsi soddisfatta: la ripresa del dialogo con Macron
L’editorialista dovrebbe ricordare le tappe di un rapporto non idilliaco. Lo ricordiamo noi: a ottobre si incontrarono in un hotel romano in modo informale. Ma i contrasti non sono mai mancati. Basti pensare allo scontro tra il governo francese e quello italiano sulla Ocean Viking. Oppure allo “sgarbo” di qualche settimana fa, a febbraio, quando l’inquilino dell’Eliseo ha invitato a Parigi Olaf Scholz e Volodymyr Zelensky; senza premurarsi di recapitare un invito anche a Palazzo Chigi. Però l’Europa è fatta pure di dialogo e stanotte i due leader si sono incontrati a Bruxelles per un faccia a faccia senza delegazioni che è durato per un’ora e quaranta minuti.
L’apprezzamento di Ursula von der Leyen
Fonti dell’Eliseo citate dall’Adnkronos fanno sapere che il bilaterale “è stato un’occasione per discutere le opportunità di cooperazione su questioni importanti per entrambi i Paesi, come la migrazione, l’industria e lo spazio”. Se vi sembrano buchi nell’acqua questi…Fa a pezzi questa ricostruzione di Repubblica Nicola Porro, vicedirettore del Giornale e conduttore di Quarta Repubblica. Ricordando la realtà dei vertici europei: molte chiacchiere, molti impegni presi e rimandi al summit successivo. E’ sempre stato così, ricorda Porro, per tutti i governi del passato. Ma ora Repubblica scopre che non è più così. E non bastando l’ipocrisia, si aggiunge la cattiveria di una Meloni “invitato che non sa neanche dove sedersi”. Un premier “fuori posto”. E’ troppo. L’Italia non è un “invitata” in Europa, “perché il nostro Paese è una delle Nazioni fondatrice dell’unione”, rimarca Porro, anche lui molto indignato per l’articolo.
La ridicola “beatificazione” della Schlein
Altro elemento che scompare un questa ricostruzione è l’ammissione apertis verbis di Ursula von der Leyen della bontà del modello italiano sui “corridoi umanitari” per gestire il fenomeno migratorio. Fa ridere, di contro, la concomitante beatificazione della Schlein anti-italiana, che, secondo Bonanni, ” ha rubato la scena” al premier. Viene da ridere e da compatire la beatificazione di “santa Elly”, elogiata pure dal commissario Gentiloni per il suo “bel discorso fatto in perfetto inglese”. E’ tutto dire: Meloni parla da sempre in tutte le lingue senza interprete. Compreso ieri nell’incontro con Macron. Per piacere, un po’ di serietà.