25 Aprile, Feltri ricorda ai compagni smemorati i tanti fascisti diventati di sinistra e “togliattiani”

22 Apr 2023 8:49 - di Lucio Meo

“A me personalmente il 25 aprile, nota festa della Liberazione, non eccita: le ricorrenze più o meno solenni mi lasciano nella completa indifferenza perché sono vuote se non di significato di ogni emozione…”, esordisce oggi Vittorio Feltri su Libero a proposito della ricorrenza del 25 Aprile su cui quest’anno la sinistra ha iniziato una “volata lunga”, partendo da giorni alla caccia del “fascista che non vuole festeggiare”. Roba già vista, ma quest’anno, con il governo Meloni, la retorica antifascista sta diventando un martellamento lagnoso e insopportabile, come fa notare Vittorio Feltri, che chiede alla destra di non cadere nella trappola.

Il 25 Aprile di Feltri e le ipocrisie della sinistra

Feltri fa notare una cosa buffa: “Quando il regime fu liquidato chi lo aveva sostenuto e collaborato con esso entrò di diritto, senza essere insultato come oggi si usa fare contro La Russa e la Meloni, che la camicia nera non l’hanno mai indossata se non altro per ragioni anagrafiche, nella compagine democratica. Fu il caso di Fanfani, poi diventato primo ministro con la tessera della Dc, di Gronchi, assurto alla presidenza della Repubblica, e perfino di De Gasperi, uomo di grande spessore. Ma il caso più eclatante fu quello di Gaetano Azzariti, che dopo essere stato l’estensore delle leggi razziali, essendo lui un antisemita di ferro, divenne con l’appoggio di Togliatti (foto in alto) di cui era stretto collaboratore, presidente della Corte Costituzionale, che non è una bocciofila…”.

Basta chiacchiere e show politici in piazza…

“Potrei proseguire nella elencazione di coloro che, assassinato il Duce, cambiarono bandiera diventando simboli della neonata Repubblica. In questi miei ricordi documentati, essendo scritti nei libri di storia nonché nelle cronache dell’epoca, non c’è nulla di scandaloso….”. Feltri si affida alla sua memoria e invita i compagni smemorati a far ricorso alla propria. “Ora, chiarite le cose, capirete cari amici perché mi viene da ridere quando si esalta l’antifascismo come una pagina italiana memorabile, dato che i politici sono talmente ignoranti da non sapere che la Repubblica è diventata tale, libera, grazie addirittura a un gruppo di ex fascisti. Pentiti? Può darsi, tuttavia il loro passato come quello della maggioranza dei connazionali di allora affonda le radici nel movimento fondato e dominato per venti anni dal mascelluto dittatore. Quindi allorché ora parliamo di antifascismo, prima di sproloquiare, cerchiamo di documentarci anziché emettere sentenze a capocchia. Dedico questo mio breve articolo a tutta la sinistra che blatera a vanvera senza mai approfondire alcunché…”.

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