25 Aprile, Violante: «Nessun fascismo: la Meloni sta costruendo il partito conservatore»
Se tutta la sinistra parlasse come Luciano Violante, il 25 Aprile non apparirebbe tanto divisivo a destra. Ex magistrato entrato alla Camera sotto le bandiere del Pci e poi presidente di Montecitorio, Violante non ha mai rinunciato alla propria provenienza e alla propria appartenenza. Ma questo non gli ha impedito di gettare un ponte verso i dirimpettai dell’emiciclo parlamentare. Memorabile è rimasto il suo discorso quando – correva l’anno 1996 – s’insediò sullo scranno più alto di Montecitorio. «Mi chiedo – disse in quell’occasione – se l’Italia di oggi non debba cominciare a riflettere sui vinti di ieri. Non perché avessero ragione, o perché bisogna sposare, per convenienze non ben decifrabili, una sorta di inaccettabile parificazione tra le due parti».
Nel ’96 Violante esortò a capire le ragioni dei Vinti
E ancora: «Bisogna sforzarsi di capire, senza revisionismi falsificanti, i motivi per i quali migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto, si schierarono dalla parte di Salò e non dalla parte dei diritti e della libertà». Parole nuove, accolte con sorpresa a destra e con non pochi turbamenti a sinistra. Rappresentavano il seme da cui poteva germogliare l’albero della pacificazione nazionale. Prova ne sia il varo, nel 2004, della legge sulla Giornata del Ricordo commemorativa delle vittime delle foibe e dell’esodo degli istro-giuliano-dalmati del nostro confine orientale. Il percorso purtroppo finisce lì. Da allora, infatti, sul tema, la politica ha registrato più passi indietro che avanti.
L’intervista al Corriere della Sera
Ragion per cui, ora come allora, tornano a brillare, per pacatezza e vigore argomentativo, le parole consegnate dallo stesso Violante al Corriere della Sera. «Giorgia Meloni è estranea al fascismo – premette l’ex-presidente della Camera -. Sta lavorando per costruire un partito conservatore italiano. Non sarà mai il mio partito, ma spero che ci riesca». Obiettivo, questo, che per Violante è funzionale soprattutto al rafforzamento del bipolarismo parlamentare e al consolidamento di una vera democrazia dell’alternanza fondata sulla reciproca legittimazione delle parti. Si dice infatti certo che la Meloni «spererà le nostalgie retrograde esistenti a destra». Mentre «a sinistra ci si dovrà decidere a costruire un grande partito riformatore». Che è un po’ come ammettere che tale non è l’attuale Pd.