Alla rissa sul Terzo polo mancano solo calci e pugni. Renzi e Calenda sempre più distanti

11 Apr 2023 16:46 - di Michele Pezza
Terzo polo

Come i pifferi di montagna. Ricordate? Partiti per suonare, finirono suonati. Il fantasmagorico Terzo polo sembra avviato a identica sorte: nato con l’obiettivo di fare un sol boccone dell’ala centrista di Forza Italia, sta morendo di polemiche interne. Il livello dello scontro è allo zenith. A Carlo Calenda la nomina di Matteo Renzi alla direzione del Riformista non è piaciuta neanche un po’. «Attenzione ai conflitti d’interesse», aveva commentato appena appresa la notizia. Un concetto ribadito oggi da Matteo Richetti. Dal fronte renziano leggono la crisi in maniera diversa. A loro dire, infatti, Calenda sarebbe spaventato dai congressi territoriali e vorrebbe chiudere la pratica del partito unico con un’unica kermesse nazionale.

Veline e veleni tra Azione e Italia Viva

Renzi, al contrario, vuole promuovere assise locali per far valere il maggior peso territoriale di Iv e far apparire Calenda come un leader per grazia ricevuta. Ufficialmente, dunque, il Terzo polo è ancora in piedi. Tanto è vero che è all’ordine del giorno della riunione (per metà online e per metà in presenza) convocata per stasera da Renzi al Senato, anche se è prevedibile che l’escalation polemica delle ultime ore condizionerà l’andamento del confronto. «Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione», assicura Maria Elena Boschi, dando appuntamento al prossimo 10 giugno, giorno in cui Iv terrà l’assemblea nazionale. Dietro le quinte, tuttavia, il pressing degli italovivi è fortissimo.

Il Terzo polo è sempre più una finzione

«La vera ragione per cui Carlo è impazzito è che ha capito che qualcuno di noi vuole candidarsi contro di lui», dicono. Un indiziato in tal senso è Luigi Marattin. Senza trascurare le voci su un possibile rientro di Mara Carfagna in Forza Italia. Altrettanto velenosa la replica di Azione, secondo cui Renzi non vorrebbe sciogliere Iv per non perdere il 2×1000 di finanziamento. Insomma, gli accusano gli altri di «tatticismo». E così, alla domanda se si respiri aria di «rottura», i renziani dicono che «Calenda sta facendo tutto da solo». Mentre quest’ultimo nega di voler separare i destini di Azione da quelli di Iv: «Ma figuriamoci». Rassicurazioni di facciata. In realtà, nulla al di fuori delle convenienze in vista delle elezioni europee sembra tenere insieme Renzi e Calenda. Come a dire che il tanto strombazzato Terzo polo è morto prima di nascere.

 

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