Bomba in bar di San Pietroburgo: ucciso il blogger filo-russo Tatarsky. L’attentatrice è una donna
Una donna russa è stata identificata come autrice dell’attentato con una bomba in un bar di San Pietroburgo che ha causato la morte del blogger nazionalista Vladlen Tatarky e il ferimento di 32 persone, secondo l’ultimo bilancio. L’agenzia Ria Novosti parla di 10 persone in gravi condizioni. La donna, Daria Trepova, risulterebbe ancora ricercata, contrariamente a quanto trapelato in precedenza quando si era parlato del suo arresto avvenuto nella notte. Nel bar, non lontano dall’università, doveva svolgersi un incontro dei “cybersoldati dell’informazione in Russia” di Cyber Front Z: attivisti che attraverso i social sostengono l’invasione russa e attaccano i detrattori. Il quarantenne “blogger militare” Vladlen Tatarsky, il cui vero nome era Maksim Fomin, era nato nel Donbass e aveva oltre mezzo milione di follower su Telegram.
La bomba nel bar di San Pietroburgo
L’attentato, non ancora rivendicato, sarebbe stato compiuto attraverso una statuetta imbottita con 200 grammi di Tnt, che secondo quanto ricostruito sarebbe stata consegnata da Daria Trepova, ripresa dalle telecamere del locale mentre entrava portando con sé una scatola piuttosto voluminosa. Secondo quanto emerso, Trepova in passato era stata arrestata per aver partecipato a manifestazioni contro la guerra. Vladlen Tatarsky, pur avendo una linea di assoluto e radicale sostegno all’invasione russa in Ucraina, non aveva mancato di pubblicare anche post critici nei confronti dei vertici dell’esercito russo.
La reazione di Mosca: “Le persone come Vladlen Tatarky difendono la verità”
Cyber Front Z ha dato su Telegram la notizia dell’attentato sottolineando che “le nostre misure di sicurezza non sono bastate”; il ministero dell’Interno russo definendo la vittima “corrispondente militare”; la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito i blogger filo-russi “difensori della verità”, puntando l’indice contro la mancanza di reazioni da parte dei governi occidentali “nonostante le loro preoccupazioni per il benessere dei giornalisti e della stampa libera parla da sola”.
La pista dell’attentato interno
Il consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Anton Gerashenko, ha riferito che in passato il bar era appartenuto a Yevgeny Prigozhin, il fondatore del gruppo Wagner. Il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha parlato su Twitter di terrorismo interno, aggiungendo che “i ragni si mangiano a vicenda in un barattolo” e che l’esplosione dell'”ascesso” del terrorismo interno era “solo questione di tempo”. Anche gli analisti Usa del think tank Institute for the Study of the War, Isw, hanno indicato la pista interna, sottolineando anche che Prigozhin ha dichiarato di non incolpare Kiev per la morte del blogger.