Cacciari si scatena contro gli eco-vandali: “Io farei un Tso a costoro. Sono dei pazzi”. Sinistra demolita
“Io farei un TSO a costoro”. “Costoro” sono gli eco-vandali di Ultima generazione. E’ uno “schiaffo” alla conduttrice Lilly Gruber e alla sinistra tutta da parte del filosofo Massimo Cacciari. Che esplode di rabbia contro gli attivisti, quegli imbrattatori seriali che in nome delle battaglie ecologiche deturpano monumenti, bloccano strade e autostrade. E soprattutto usano vernici che lavabili non sono. Il governo aveva appena approvato il decreto che prevede sanzioni da 20mila a 60mila euro per chi distrugge, deteriora; o rende in tutto o in parte inservibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui. Multe da 10mila fino a 40mila euro per chi deturpa i monumenti. Se ne è parlato ad “Otto e mezzo”, era il tema del giorno, oltre che lo stato d’emergenza dichiarato dal governo. Ebbene, sappiamo quanto la sinistra modello Schlein abbia giustificato questi gruppi di ambientalisti che hanno danneggiato un po’ ovunque, in Italia e in Europa”. Così come Bonelli, dei Verdi, che non ha mai preso le distanze da queste forme devastatrici con le quali si pretende di sensibilizzare sui cambiamenti climatici. Anche la Gruber si attendeva, probabilmente, un filosofo più “morbido”, pronto a stigmatizzare negativamente il pugno duro del governo contro gli ecologisti estremi. Tutto il contrario.
Cacciari, schiaffo alla sinistra che coccola i devastatori di Ultima generazione
La conduttrice aveva tenuto a precisare che gli ambientalisti di “Ultima generazione” usano vernici lavabili contro opere d’arte per richiamare l’attenzione sui temi ambientali. Poi ha chiesto a Massimo Cacciari in collegamento: “Cosa ne pensa? C’è un’enorme sproporzione tra il danno arrecato e la pena?”. La risposta di Cacciari è un pugno sullo stomaco dei buonisti e della conduttrice: “Io farei un TSO a costoro” ha detto senza esitazione il filosofo ed ex sindaco di Venezia. Una risposta inattesa che ha fatto sbiancare la Gruber e alla giornalista Lina Palmerini. L’impianto accusatorio contro il governo non è andato a buon fine. La padrona di casa si è poi ripresa dallo choc e si è sincerata di aver capito bene: “Costoro chi?!”. Cacciari ha potuto così meglio articolare articolare il suo pensiero: “Uno che vuole difendere l’ambiente e il territorio dovrebbe sapere che anche l’opera dell’uomo ne fa parte. Specie quando è di un certo pregio. E cosa fanno, la imbrattano? È come inquinarsi da soli un fiume”. Uno schiaffo alla sinistra varia, da Capanna a Orfini, da a Berizzi all’ex direttore del Domani, Stefano Feltri, che avevano sempre messo una parola buona contro quelli che invece Vittorio Feltri definì da subito “eco-cretini”.
Cacciari contro gli ambientalisti: “Sono dei pazzi”
Il professore ha quindi ribadito con tono fermo il suo giudizio severo: “Sono da TSO, da trattamento psichiatrico, altro che multe! E’ preoccupante che ci siano persone che pensino di salvare l’ambiente sporcando i monumenti. Sono dei pazzi!”. Più chiaro di così. Anche perché i danni arrecati sono ingenti e molto costosi da emendare. Per esempio – notizia di oggi- la vernice sulla statua di Vittorio Emanuele a Piazza Duomo a Milano non va via. È passato oltre un mese da quell’azione e il monumento presenta ancora intatte le tracce del loro passaggio. Tanto che il Comune di Milano sarà costretto a indire un bando per il restauro, visto che la statua è un bene tutelato. Gli eco-vandali sono infatti anche eco-ignoranti e devono avere fatto confusione sul concetto “lavabile” e “idrosolubile“: il che potrà portare danni permanenti. Gli attivisti infatti straparlano sempre di vernice “lavabile” quando giustificano le loro azioni. Peccato – fa notare il Giornale – che “lavabile” significhi l’esatto opposto: ossia vernice resistente all’acqua che, anche se lavata, rimane intatta. Certo che il rivenditore mai e poi mai avrebbe immaginato l’uso nefasto del prodotto richiesto; per cui lavabile, significa resistente ai lavaggi successivi. Stendiamo un velo pietoso e ben vengano le misure del governo.