Calenda detta il silenzio stampa ai suoi mentre incalza su Twitter: Io? Mai preso soldi dal killer di Khashoggi

15 Apr 2023 12:01 - di Chiara Volpi
Calenda

Nel Terzo Polo la frattura sembra insanabile. L’asticella di tensione e scontro si acuisce sempre di più: solo ieri, tanto per contare gli spiccioli di una contesa animata da botta e risposta al vetriolo tra i due leader dell’unione di fatto che non sembra poter maturare nel matrimonio del partito unico, Carlo Calenda ha ammesso sulle voci di un’antipatia reciproca con Renzi, che «non sono tutte calunnie. C’è un fondo di verità». Una controffensiva verbale sferrata dopo che Renzi ha attaccato l’ex Pd fondatore di Azione dandogli dello «squilibrato». Una rissa alacremente in corso, culminata nelle ultime ore nella decisione di andare alle elezioni europee con due partiti separati in casa nella turbolenta dimora terzopolista. Oggi poi, l’ultima capriola: Calenda ha chiesto ai suoi di mantenere un rigido silenzio stampa.

Terzo Polo, la frattura sembra insanabile: e Calenda impone ai suoi il silenzio stampa

Con la consegna del silenzio ai suoi commilitoni, si consuma dunque l’ultimo atto di uno psico-dramma in continuo corso d’opera. L’ultimo diktat di Calenda, nasce a seguito degli “insulti scomposti” di Renzi, Boschi e di altri esponenti di Italia Viva, che avrebbero indotto il segretario di Azione a chiedere a tutti i parlamentari e dirigenti del partito di non rispondere. «Abbiamo spiegato le nostre ragioni, ora basta. Lo spettacolo che stanno dando in queste ore Renzi, Boschi e i renziani di complemento è indecoroso e non dobbiamo parteciparvi», ha sottolineato uno dei due protagonisti del duello in corso del Terzo Polo.

Calenda vs Renzi: un duello senza esclusione di colpi (bassi)

Un duello davvero senza esclusione di colpi (bassi). Su Twitter, per esempio, Carlo Calenda ha appena pubblicato una serie di riflessioni. Puntualizzando su alcuni temi caldi, dopo la rottura con Italia Viva sul tema del partito unico, il burrascoso padre nobile di Azione. si toglie qualche sassolino dalla scarpa e, mentre invita a tacere i suoi, si profonde in una serie di annotazioni tutt’altro che al margine. Un memorandum in lapis rosso e blu delle cadute di stile del suo ami-nemico Matteo Renzi. E scrive: «Nella vita professionale non ho mai ricevuto avvisi di garanzia/rinvii a giudizio/condanne pur avendo ruoli di responsabilità. Non ho accettato soldi a titolo personale da nessuno, tanto meno da dittatori e autocrati stranieri».

La bordata finale: «Non sono caduto nella fregatura di Renzi e Boschi sul finto partito unico»

Parole che pesano come pietre, affidate a un primo cinguettio social. A seguito del quale Calenda aggiunge: «Non ho preso finanziamenti per il partito da speculatori stranieri e intrallazzatori. Non ho mai incontrato un magistrato se non per ragioni di servizio. Mai sono entrato nelle lottizzazioni del Csm». Quindi, non ancora pago, ricorda di aver «rotto con il Pd quando ha tradito la parola alleandosi con Renzi e i 5S. Ho rotto con Letta quando ha trasformato l’agenda Draghi in quella Bonelli/Fratoianni/Di Maio. Non sono caduto nella fregatura di Renzi e Boschi sul finto partito unico».

L’ultima stoccata riservata a Bonifazi: Assenze? Non ero in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi»

Infine, sempre dall’arena del Terzo Polo, Calenda assesta la stoccata conclusiva all’avversario-alleato. E a chi lo accusa di aver rotto per questioni personali, manda a dire: «Gli ego o la litigiosità non c’entrano nulla. Tutti i politici hanno un Ego. Per quello di Bonino consiglio di rileggersi Pannella. C’entra la volontà di fare politica in modo serio, onorevole e onesto. Buona giornata». Con un post scriptum al vetriolo che aggiunge altro sale sulle ferite aperte: quello indirizzato al renziano Bonifazi «che mi accusa di assenze – mette i punti sulle i Calenda –. È una classifica fatta su 25 giorni di voti, già superata. Quando non ero in Senato ero a fare iniziative sul territorio per Azione e Iv. Non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi». Alla faccia del silenzio…

 

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