Cos’è la leucemia mielomonocitica che ha colpito Berlusconi. Ne soffre anche Baricco ed è guarito

6 Apr 2023 17:22 - di Monica Pucci

La leucemia mielomonocitica cronica (Lmmc) diagnosticata a Silvio Berlusconi è la più frequente delle sindromi mielodisplastico-mieloproliferative, ed è una malattia caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti. Le sindromi mielodisplastico-mieloproliferative sono un gruppo di patologie a cavallo fra le neoplasie mieloproliferative croniche, in quanto presentano spesso una proliferazione eccessiva delle cellule del sangue, e le sindromi mielodisplastiche, con cui condividono una maturazione anormale dei precursori del midollo, riporta L’Ail, L’Associazione italiana contro le leucemie linfomi e mieloma, sul proprio sito.

Cos’è la leucemia mielomonocitica di Berlusconi e di Baricco

“Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue cosa che farò tra un paio di giorni. A donarmi le cellule staminali sarà mia sorella Enrica, donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso”, aveva annunciato qualche mese fa il popolare scrittore Alessandro Baricco, uscito qualche giorno fa dall’ospedale con ottime notizie. “A casa, finalmente. Grande gioia. Devo ringraziare lo staff medico e paramedico dell’Istituto di Candiolo: da loro ho solo ricevuto cura, attenzione e gentilezza. È andato proprio tutto liscio, col trapianto, e so che se questo è successo è anche per l’ondata di affetto e energia che tante persone mi hanno mandato, spesso da lontano” ha scritto su Fb.

Ottima notizia anche per Berlusconi, anche perché la Lmmc è una malattia eterogenea, di non facile lettura, che compare solitamente in età avanzata e che può presentarsi in una forma displastica, in cui prevalgono anemia e neutropenia, oppure in una forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. Vi è sempre un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo, e -osserva – un numero variabile di cellule immature (‘blasti’). La prognosi, in maniera simile ma non uguale alle sindromi mielodisplastiche, viene stimata da diversi score, che considerano i valori dell’emocromo, il numero dei blasti, il valore dei globuli bianchi, la citogenetica e, più recentemente, la mutazione in alcuni geni specifici come l’AsxL1. Il trapianto allogenico di cellule staminali è l’unico trattamento con potenzialità curative, ma in molti casi – in considerazione dell’elevata età della maggioranza dei pazienti – è di difficile attuazione. Viene comunque raccomandato nei casi ad alto rischio, continua l’Ail.

L’esperto: “Malattia da affrontare col trapianto, ma non è facile per gli anziani”

La leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre Silvio Berlusconi “è una malattia molto rara, circa 1 caso per 100mila abitanti, con espressioni molto eterogenee, ma sempre caratterizzate da aumento dei monociti, un tipo di globuli bianchi con importanti funzione immunitarie. Non è una malattia da cui si guarisce se non con il trapianto di midollo, terapia non praticabile in soggetti di età avanzata. Si tratta quindi di una patologia cronica e il paziente, se anziano, deve essere gestito con la consapevolezza di avere come obbiettivo il contenimento della progressione e la gestione delle possibili complicazioni”. Così all’Adnkronos Salute Fabrizio Pane, componente del comitato scientifico dell’Ail (Associazione italiana contro leucemie linfomi e mieloma), ordinario di Ematologia e direttore Uo di Ematologia e Trapianti Aou Federico II di Napoli.

“E’ anche da sottolineare che una attenta e saggia gestione della patologia e delle sue complicanze può preservare la qualità di vita ed eventuali attività lavorative, che è un obbiettivo importante della terapia della patologia in particolare nei pazienti anziani”, evidenzia. “Alcuni casi – spiega Pane – tendono ad avere una maggiore tendenza all’aumento dei leucociti (forme dette iperproliferative), altri citopenia (anemie, leucopenia o piastrinopenia, casi detti ‘displastici’). L’inizio è generalmente subdolo, spesso paucisintomatico e non facilmente identificabile. Alcuni casi possono mostrare un calo delle difese immunitarie con infezioni ricorrenti. La risposta alle terapie citoriduttive (modernamente basate su farmaci ipometilanti) è altrettanto molto eterogenea. Il fatto che ne sia affetto un paziente anziano, come per tutte le malattie neoplastiche, è un fattore aggravante”. 

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