Cospito, Delmastro spegne gli entusiasmi della sinistra: la Consulta non incide sul 41 bis
La sentenza della Corte Costituzionale su Cospito? Non incide sul 41 bis avverte il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, esponente e parlamentare di Fratelli d’Italia, spegnendo l’entusiasmo della sinistra, che tifa per l’anarchico autore dell’attentato con l’esplosivo alla Scuola carabinieri di Fossano del 2006, nel Cuneese.
“Ancora una volta la sinistra sul caso Cospito tenta di intorbidire le acque dopo la sentenza della Consulta – dice Delmastro. – La possibilità del riconoscimento delle attenuanti incide sulla pena finale e non certamente sul regime carcerario del 41 bis. Il regime del 41 bis rimane non solo per volontà politica, ma per conformi sentenze della magistratura italiana che hanno sempre precisato la pericolosità sociale di Cospito“, ricorda il sottosegretario.
“Il regime carcerario del 41 bis a cui è sottoposto il terrorista anarchico Alfredo Cospito non viene minimamente intaccato dalla decisione della Consulta. – sottolinea anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti. – È totalmente infondata la strumentalizzazione portata avanti dalla sinistra che, ancora una volta, prova a creare inutilmente un caso politico sul nulla. A confermare la pericolosità sociale di Cospito sono state le sentenze della magistratura. La decisione della Consulta potrebbe eventualmente avere effetto sulla pena finale inflitta e non certo sulla sua detenzione“, spiega Foti.
“Non c’è nessuna novità in quello che la Corte ha stabilito – ammette, parlando con l’Adnkronos, l’ex-ministro della Giustizia del governo Prodi , ex-magistrato ed ex-presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick. – c’è una cosa estremamente importante, vale a dire che la valutazione sanzionatoria, e cioè la determinazione della pena in concreto con riferimento alla persona, va fatta attraverso una valutazione specifica del giudice, sotto la sua responsabilità, e non attraverso automatismi legislativi, come quello che prevedeva la prevalenza dell’aggravante sulle attenuanti in certi tipi di reato. Mi fa piacere che la Corte Costituzionale abbia confermato una linea che è estremamente importante seguendo numerose altre sue pronunce in questo senso“.
L’ex-presidente della Corte Costituzionale dà ragione a Fratelli d’Italia soffermandosi sui possibili riflessi, pur non essendoci nessun automatismo, che la pronuncia della Consulta potrà avere sul 41 bis, il carcere duro, applicato a Cospito, che ha indotto l’anarchico a proclamare lo sciopero della fame: “Nel caso Cospito ho espresso e ripetuto la mia convinzione che fosse necessario intervenire per assicurargli l’assistenza necessaria di fronte alla possibile situazione di emergenza che il carcere poteva non essere in grado di garantire. E questo è il problema fondamentale che a me sembra si sia posto. La Corte si è occupata dell’automatismo con riferimento esclusivamente – conferma Flick – al tema dell’ergastolo e non a quello del 41bis che non era sottoposto al giudizio di essa”.
La palla ora torna alla Corte d’Assise d’Appello di Torino che aveva tramesso gli atti alla Consulta. E che, dopo la pronuncia della Corte, potrebbe rivedere il verdetto. Ma non il 41 bis sul quale, viceversa, si sono espressi chiaramente sia la Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, sia il Procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo. Entrambi avevano dato parere negativo motivato, nelle loro relazioni, alla revoca del carcere duro per Cospito, ritenuto un elemento pericoloso che parlava alla galassia anarco-insurrezionalista attraverso i suoi proclami interpretati dall’ambiente eversivo come dei veri e propri “pizzini”.