Covid, firmata l’ordinanza sulle mascherine in ospedale. Schillaci: “Finalmente usciamo dalla pandemia”
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha firmato l’ordinanza che modifica le regole sull’uso delle mascherine in ospedale, limitando notevolmente, fino quasi a eliminarla, l’obbligatorietà, che resta solo nelle situazioni in cui si trovano i pazienti più fragili. Come era stato ampiamente annunciato in vista della scadenza dell’obbligo, fissato per il 30 aprile, infatti, il governo si è attenuto a una linea di buon senso, tenendo conto da un lato della sostanziale fine della pandemia, per la quale si attende solo l’ufficialità da parte dell’Oms, e dall’altro dei rischi che ancora possono configurarsi per alcune tipologie di pazienti.
Schillaci: “Firmata l’ordinanza sulle mascherine. Finalmente usciamo dalla pandemia”
“Ho firmato oggi l’ordinanza che limita l’obbligatorietà delle mascherine negli ospedali ai reparti a maggior intensità di cura e con i pazienti più fragili, oltre alle Rsa”, ha reso noto il ministro con una nota. “Questo – ha aggiunto – testimonia che finalmente stiamo uscendo da questa terribile pandemia, che ha limitato le nostre vite negli ultimi tre anni e confido molto che il prossimo 20 maggio anche l’Oms dichiari la fine della pandemia”. “Guardiamo con ottimismo al futuro, ma – ha chiarito Schillaci – siamo pronti in caso di nuove emergenze a intervenire tempestivamente per continuare a salvaguardare la salute pubblica e i nostri cittadini”.
L’obbligo resta per le Rsa e i reparti con pazienti fragili
L’ordinanza sarà valida fino al 31 dicembre. L’articolo 1 stabilisce che “è fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle direzioni Sanitarie delle strutture sanitarie stesse”. L’obbligo, prosegue l’ordinanza, “è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti”.
Sulle mascherine negli altri reparti e nelle sale d’attesa decideranno le direzioni sanitarie
Negli altri reparti e nelle sale d’attesa, invece, “la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte di operatori sanitari e visitatori resta alla discrezione delle direzioni sanitarie, che possono disporne l’uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria”. “Non sono previste analoghe misure per quanto riguarda i connettivi e gli spazi ospedalieri comunque siti al di fuori dei reparti di degenza”, si legge poi nell’articolo 3 dell’ordinanza. Questo vuol dire che non è obbligatorio il dispositivo di protezione all’interno degli ospedali nei percorsi, sui pianerottoli, negli spazi di attesa degli ascensori, nei bar e nelle mense.
Il ministro: “Fiduciosi che l’Oms a brevi dichiari la fine della pandemia”
“Il trend dei dati Covid continua a essere rassicurante, soprattutto per quanto riguarda la pressione sugli ospedali. Ci avviamo verso l’estate e guardiamo al prossimo autunno con ottimismo, fiduciosi che l’Oms a breve dichiari la fine della pandemia”, ha detto inoltre Schillaci, che in mattinata è intervenuto all’inaugurazione dell’angelo monumentale “Primavera di rinascita”, presso l’Istituto Spallanzani di Roma. “Grazie a voi e a tutti i professionisti sanitari e socio-sanitari, grazie alla ricerca e ai vaccini, ci stiamo lasciando la pandemia alle spalle”, ha aggiunto il ministro, ricordando come lo Spallanzani sia stato durante tutta la pandemia, a partire della sue fasi iniziali e nei momenti più drammatici, “un luogo simbolo, un baluardo della lotta al Covid-19, sia sul terreno della ricerca che nella presa in carico di tanti pazienti” e “un punto di riferimento nazionale e non solo”. Un ruolo sottolineato anche dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, il quale, anche lui presente alla cerimonia, ha indicato l’ospedale come “un orgoglio nazionale”.