Decreto lavoro al varo: e a ridosso dell’incontro con la Meloni, Landini attacca per difendere i furbetti del Rdc

30 Apr 2023 12:50 - di Ginevra Sorrentino
Meloni Landini

Il faccia a faccia tra governo e sindacati è in calendario per la serata di oggi, e a ridosso del faccia a faccia tra la premier Meloni e Cgil, Cisl, Uil e Ugl Landini scalda i motori e alza il tiro in difesa del Reddito di cittadinanza. O meglio: a tutela dei suoi fruitori, più o meno legittimati a riceverlo. A decreto lavoro pronto al varo – il provvedimento è atteso domani in Cdm e per questa sera la premier Giorgia Meloni incontrerà alle 19 i sindacati per illustrarne i contenuti – arriva l’attacco decisamente inopportuno del numero uno della Cgil. Un attacco incentrato su una delle misure centrali che il Governo si appresta a varare. E che prevede, stando all’ultima bozza del provvedimento circolata, la sostituzione del reddito di cittadinanza con l’assegno d’inclusione.

Decreto lavoro al varo: cosa c’è sul tavolo dell’incontro tra Meloni e sindacati, con Landini che alza i toni

Non c’è solo il Rdc sul tavolo peraltro. Al centro dell’incontro ci saranno infatti anche i provvedimenti in materia di fisco, lavoro e politiche sociali che saranno esaminati nella riunione del Consiglio dei ministri convocata nella data simbolica di lunedì 1° maggio. Più nello specifico, si parlerà del taglio del cuneo fiscale. Di reddito di inclusione. E delle misure di avviamento al lavoro. Insomma, si parlerà di lavoro e retribuzione declinati a 360 gradi; di destinare, per esempio, con un prossimo provvedimento di urgenza, i margini di bilancio disponibili per finanziare, per l’anno in corso, un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Di un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli. E ancora, delle novità sui contratti a termine, con l’estensione dei termini per i rinnovi.

A poche ore dall’incontro tra il premier Meloni e i sindacati, Landini attacca il governo

«Se le notizie domani saranno confermate, l’idea che in un momento in cui aumentano le povertà si taglia il reddito di cittadinanza a noi sembra una follia», dichiara invece monocorde, e bellicosamente senza mezzi termini, Landini, parlando in provincia di Salerno. Una polemica, quella brandita dal sindacalista, innescata già nei giorni scorsi adducendo pretestuose argomentazioni anche sul fronte del metodo. L’atmosfera, insomma, non sembra delle più distese. Già nei giorni scorsi, infatti, appresa la notizia della convocazione a Palazzo Chigi, i sindacati hanno alzato l’asticella delle recriminazioni: «Essere convocati quando il provvedimento è già preso immagino che sarà una informazione di quello che il Governo ha già deciso», ha rimarcato subito il numero uno della Cgil, facendo ventilare aria da barricate…

Accuse di metodo e nel merito: tutto pur di difendere il Rdc a discapito del lavoro

Dichiarazioni. Annunci, e toni al rialzo con cui, a poche dall’incontro, Landini si mette di traverso. Provando ad alzare barricata e temperatura del confronto. «Se le notizie saranno confermate, l’idea che in un momento in cui aumentano le povertà si taglia il reddito di cittadinanza a noi sembra una follia». Alla vigilia della festa del primo maggio, e soprattutto del Consiglio dei ministri in cui il governo porterà il decreto Lavoro, il leader della Cgil, Maurizio Landini, attacca. Soprattutto sulla misura cardine al centro dei provvedimenti al varo del Cdm: la sostituzione del reddito di cittadinanza grillino. Una misura che il centrodestra non ha mai nascosto di considerare un flop. Capace di produrre solo centinaia di migliaia di nullafacenti che inficia la possibilità e la dignità di un lavoro retribuito.

A poche ore dal faccia a faccia tra Meloni e sindacati, Landini boccia di tutto un po’

Ma Landini non ci sta, e non solo sulla strenua difesa (indifendibile) del Rdc. Il leader della Cgil fa sapere in anticipo di voler bocciare tutto, non solo la stretta al sussidio, minando dialogo, confronto e contrattazione, proprio ai blocchi di partenza dell’incontro convocato tra governo e sindacati a Palazzo Chigi sulle norme che vuole varare il governo, tirando in ballo i soliti cavalli di battaglia su evasione fiscale, salari e pensioni. Argomentazioni riciclate in tutte le stagioni, sostenuto a prescindere da quello che un decreto composto da oltre quaranta articoli.

La replica netta del ministro Calderone

Un lavoro articolato e pregno di iniziative concrete, su cui ha risposto, nel merito, la ministra del Lavoro, Marina Calderone che, sul punto, ha spiegato: «Il provvedimento del governo ha, da un lato, un intervento sulla misura di inclusione attiva. Però ci sono anche altri interventi che servono per rafforzare alcuni concetti, compreso quello dell’attenzione alla fase della formazione e dei momenti in cui c’è un contatto tra il mondo dell’istruzione e del lavoro».

FdI e FI respingono al mittente gli attacchi sindacali

Ma Landini non vuole sentire ragioni. E mentre il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, precisa: «Siamo sempre pronti al confronto». E con gli altri due segretari che scelgono toni non di totale chiusura, Landini tira dritto e prepara il terreno per la mobilitazione unitaria che vedrà Cgil, Cisl e Uil in piazza per tre volte di fila. Sempre di sabato, e fino a fine maggio. Fingendo di ignorare le repliche ai suoi attacchi. Come quella, per esempio, del deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo Zucconi, che proprio in queste ore ha ricordato: «Il governo Meloni si sta battendo contro il lavoro povero, diminuendo il cuneo fiscale sulle buste paga». Mentre da Forza Italia, il senatore Maurizio Gasparri ha rimarcato che il primo maggio il governo si riunirà «per provvedimenti concreti» al vaglio. Mentre altri penseranno a «divertirsi» al concertone…

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