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Teodoro Buontempo

Dieci anni fa moriva Buontempo, il rivoluzionario scapigliato che la sinistra invidiava alla destra

Politica - di Redazione - 24 Aprile 2023 - AGGIORNATO 25 Aprile 2023 alle 18:30

Dieci anni fa, il 24 aprile del 2013, moriva Teodoro Buontempo. Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo ne ricorda lo spirito di combattente, la tenacia, il coraggio. Qualità essenziali della militanza che si univano in lui all’acume politico, alla capacità di analisi, al saper guardare oltre il contingente. La famiglia lo ricorderà con una messa il 27 aprile a Roma, alla basilica di San Marco, alle 19,30, che sarà celebrata dall’arcivescovo Rino Fisichella.

Teodoro era la voce dei senza voce

Memorabili le sue battaglie per i senza voce, la sua presenza costante nelle periferie. Per quelle battaglie aveva una sensibilità sincera, che lo ha reso un’icona della destra sociale e che lo faceva stimare e temere dagli avversari politici. Raccontarne la figura limitandosi al suo attivismo quasi leggendario sarebbe tuttavia riduttivo: Teodoro era a suo modo un innovatore. Altrimenti non avrebbe dato vita a Radio Alternativa, una delle prime radio libere, lanciando e diffondendo da quei microfoni messaggi di libertà e di anticonformismo. Infine, non era uomo di fazione. Per lui il fattore umano veniva sempre prima di ogni cordata, di ogni “ragion di stato” correntizia.

Di sé raccontava: “Ero di destra ma con grande attenzione alla sinistra”

In una intervista del 2001 a Sabelli Fioretti, così si raccontava Teodoro, facendo emergere il suo gusto per la provocazione: “Buontempo, lei ha quasi più nemici a destra che a sinistra. Saranno le sue origini umili? Chissà. Io ho cominciato a lavorare da bambino, quando andavo alle elementari. Lavavo le tazzine dei bar fino alle otto di mattina. Poi mi mettevo il grembiule col fiocchetto e andavo a scuola. Che cosa faceva suo padre? Il muratore. Anche suo padre era fascista? No, socialista. A che età cominciò a fare politica? A 12 anni. Organizzavo manifestazioni, scioperi, cortei. Una volta organizzai un ballo studentesco. Ragazzi e ragazze. Un successo enorme. Al bar mi davano quattro lire ma cominciai a guadagnare bene da cameriere. Facevo anche i matrimoni. Centomila lire a botta. Ero di destra ma con grande attenzione alla sinistra. Quando organizzavo manifestazioni, gli altoparlanti me li davano i comunisti, i tavolini i socialisti, gli striscioni e le sedie il Psiup. Un giorno organizzai un corteo di studenti. Ma anche la sinistra era scesa in piazza, contro il caro vita. I due cortei si fusero. Era bello: io in mezzo a tutte le bandiere rosse. Perché aveva scelto la destra? Era una posizione antisistema, rivoluzionaria”.

La moglie Marina: il suo testamento? Una rivoluzione giovane

La moglie Marina Vuoli Buontempo così lo ricorda oggi sulla sua pagina Fb, sottolineando che per Teodoro era importante far emergere una cultura del dialogo tra giovani anche su fronti opposti: “Oggi – ha scritto – inizia l’anno a lui dedicato perché desideriamo siano tante le occasioni di incontro con cui omaggiarlo. L’importante è che sia ricordato per quella infinita generosità con cui si è sempre speso in politica, ricambiato da tutti coloro cui ha prestato attenzione. Che sia ricordato per quella che sopra ogni cosa ritengo possa essere la sintesi del suo testamento politico: la sua visione per una Rivoluzione Giovane. Diceva con voce roca e accorata: “Hanno fatto scannare intere generazioni! E quei giovani si sono ritrovati l’uno contro l’altro!… Ognuno porti le sue bandiere, ognuno abbia a cura il suo ideale, ma INSIEME, fatela questa rivoluzione “GIOVANE”! Noi la tentammo negli anni ’70..Valle Giulia, noi lì stavamo perché c’era un misero regime che voleva affamare la gioventù italiana! E allora unitevi giovani! Discutete quanto volete! Ma non fate morire questa rivoluzione dopo anni di resa incondizionata della gioventù italiana! Cacciata dalle scuole, cacciata dalle università! E allora fatela questa rivoluzione, perché dove i giovani si sono ritrovati uniti poi la sintesi si trova!” E’ una proposta forte – conclude Marina Vuoli Buontempo –  dal gusto quasi rivoluzionario perché incita i giovani di tutte le bandiere anziché all’odio ad unirsi. Un incitamento a costruire la cultura del dialogo nella diversità delle visioni”.

 

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di Redazione - 24 Aprile 2023