Disgustosa vignetta del Fatto su Arianna Meloni. Il premier: “Allusioni indegne, non ci fermeranno”
«Quella ritratta nella vignetta è Arianna. Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella. Sbattuta in prima pagina con allusioni indegne, in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna, una madre, una persona la cui vita viene usata e stracciata solo per attaccare un governo considerato nemico». Lo scrive sui social il premier Giorgia Meloni allegando l’immagine della vignetta pubblicata questa mattina sulla prima pagina del Fatto quotidiano che fa riferimento a sua sorella e al marito, il ministro Francesco Lollobrigida.
«Ma se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso – prosegue la Meloni – Più sono circondata da questa ferocia, più sono convinta di dover fare bene il mio lavoro. Con amore. La cattiveria senza limiti la lasciamo agli autoproclamatisi buoni».
“C’è un limite a tutto, anche all’indecenza. Quella pubblicata dal Fatto Quotidiano non è una vignetta divertente, non è satira, è solo spazzatura dalla quale tutti dovrebbero prendere le distanze. Solidarietà sincera ad Arianna e Francesco Lollobrigida”. Così incalza il presidente del Senato Ignazio La Russa.
«Qualcuno a sinistra confonde la satira con l’offesa volgare», attacca il presidente dei senatori di FdI, Lucio Malan.
«Siamo abituati alle critiche e continuiamo a lavorare a testa bassa per il bene della Nazione ma oggi si è superato il limite», dichiara il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «Mi auguro che da parte del direttore Marco Travaglio arrivino scuse immediate e che tutte le forze politiche esprimano la loro indignazione».
Il caso approda anche nell’aula di Montecitorio. A intervenire nell’emiciclo è stata la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli. «È vomitevole che l’odio politico si mischi alla misoginia, utilizzando il letto di una donna per una campagna del fango che vuole gettare discreto sulla vita delle persone sono per un attacco politico”, rilancia Montaruli. “Avrei voluto che il mio intervento lo facesse un esponente dell’opposizione, è facile parlare di difesa dei diritti delle donne e poi rimanere in silenzio, l’attacco ad Arianna Meloni – conclude – è un attacco a tutti noi, ci aspettiamo una presa di posizione netta e che si interrompa la campagna di fango fondata sul nulla nei confronti di un ministro e della sua famiglia.
«La vignetta pubblicata dal Fatto quotidiano sconfina vergognosamente nell’insulto e nell’offesa. A Francesco e a sua moglie Arianna la nostra affettuosa e incondizionata solidarietà», così in una nota la delegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento Europeo.
Da Boschi a Calenda: il disgusto bipartisan per la vignetta del Fatto
Arriva in queste ore la solidarietà anche dalle altre forze politiche. «Ci piacerebbe ora che quella sinistra – afferma il capo politico di Noi Moderati Maurizio Lupi – sempre così solerte nel puntare il dito contro chi, magari in buona fede, esprime concetti giusti con parole sbagliate, difendesse Francesco e Arianna e fosse capace di indignarsi anche quando la volgarità si rivolge contro il centrodestra».
La nota di Lettera 22: “Su Arianna Meloni non è satira ma insulto sessista a razzista”
«Non condivido una parola di ciò che ha detto Lollobrigida ma questa vignetta del Fatto Quotidiano è disgustosa. È il solito vergognoso stile del giornale di Travaglio che aggredisce le persone e le famiglie». Lo scrive, su Twitter, Maria Elena Boschi di Italia viva. «Fa schifo. Nè più, nè meno. La satira in questo caso non c’entra proprio nulla. Si tratta di volgarità pura e semplice. La mia solidarietà e quella di Azione alla presidente del Consiglio e a sua sorella Arianna», scrive Carlo Calenda.
«Quando la satira diventa insulto sessista e razzista, non è più satira. Grave investire la sfera familiare nella dialettica politica, gravissime le offese alla moglie del ministro Lollobrigida, madre di figli minori», scrive in una nota l’associazione Lettera 22. L’Associazione di giornalisti e operatori della comunicazione «biasima la grave deriva del quotidiano diretto da Marco Travaglio, di cui attendiamo fiduciosi una condanna e presa di distanza da quanto pubblicato, così come confidiamo nell’ indignazione delle Associazioni di Stampa, femministe, e a tutela della privacy familiare».