Dopo Enea un’altra neonata è stata “affidata” al Buzzi di Milano. La mamma ha partorito in un capannone
Dopo il caso del piccolo Enea, che ha destato grande commozione, all’ospedale dei bambini Buzzi di Milano un altro bimbo, appena dato alla luce, è stato affidato alla ‘culla della vita’ per poter essere adottato. La mamma, una donna senza fissa dimora, si è presentata in ospedale accompagnata dai carabinieri, dopo aver partorito in un capannone una bimba. Poi affidata alle cure dei medici e sottoposta agli accertamenti di routine. In suo soccorso sono intervenuti due equipaggi dell’Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu). Con ambulanza e automedica. Che l’hanno trasferita al pronto soccorso del Buzzi.
Un’altra neonata abbandonata in ospedale per essere adottata
Secondo quanto riferito, la donna inizialmente si è rifiutata di dare le sue generalità. Ma, poi, è stata convinta. E ha consentito ai carabinieri di identificarla. Invece non ha riconosciuto la bambina e non le ha voluto dare un nome. Nome che le daranno i medici del Buzzi, a cui la neonata è affidata.
La donna ha partorito in un capannone, poi ha chiamato il 118
Da quanto si è saputo la signora, italiana di 37 anni, ha dato alla luce la piccola in un capannone dismesso. Un tempo sede di uffici, in zona Quarto Oggiaro. Attorno alle 10, subito dopo il parto, ha chiamato il 118. Ed è appunto andata in ospedale in ambulanza. La bimba, è stato riferito, è in buone condizioni. Ora la donna, secondo quanto stabilito dalla legge italiana, avrà dieci giorni per ripensare alla sua decisione. All’11esimo giorno la bambina diventerà adottabile. Della vicenda sono stati informati procura e carabinieri.
Nel giorno di Pasqua l’arrivo di Enea alla culla della vita
Appena tre giorni prima, nel giorno di Pasqua, aveva commosso tutti la vicenda di Enea. Lasciato nella moderna “ruota degli esposti” del Policlinico. Il bimbo è stato subito accudito dagli specialisti della Neonatologia alla Clinica Mangiagalli. Insieme a Enea è stata trovata una lettera firmata dalla madre. La donna, rimasta ignota, scrive che suo figlio “è super sano, tutti gli esami fatti in ospedale sono ok”. “Ciao mi chiamo Enea”, esordisce la missiva. “Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok. E stare insieme il più possibile”.