Friuli al centrodestra, Meloni elogia Fedriga: «Ha lavorato bene». A sinistra niente «effetto-Schlein»
Nel frattempo che lo spoglio delle schede faccia il proprio corso per stabilire le dimensioni del successo di Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia, la corsa ai commenti è già partita. Improntati a grande soddisfazione quelli provenienti dalla destra, comprensibilmente mesti quelli diffusi dalla sinistra. «Direi che Massimiliano ha lavorato molto bene in questi anni. Non ho mai preso in considerazione l’ipotesi di una sconfitta», fa sapere il premier Giorgia Meloni, a margine della visita al Vinitaly di Verona. Gli exit poll, per quanto vadano presi con le pinze, sconsigliano in questo caso eccessive prudenze.
Il premier: «Mai considerata la sconfitta»
I dati finora diffusi certificano la vittoria di Fedriga, i cui voti hanno doppiato quelli totalizzati Massimo Moretuzzo, il candidato dell’intera sinistra, eccezion fatta per il Terzo Polo. Gli ultimi exit poll danno il primo al 64 per cento e il secondo al 28. A Debora Serracchiani, già governatrice del Friuli proprio prima di Fedriga, non resta che prenderne atto. Comunque sia, dell’effetto-Schlein, da queste parti, non si è accorto nessuno. La coalizione di sinistra a sostegno di Moretuzzo vedeva insieme Pd, M5S, l’alleanza rosso-verde, la minoranza slovena e il Patto per l’Autonomia. Tranne il Terzo Polo, c’erano tutti.
Fedriga tra «soddisfazione e scaramanzia»
Per questo meraviglia che la Serracchiani si sia detta «dispiaciuta» che il centrosinistra non sia riuscito ad «allargarsi ancora di più». In realtà, le elezioni friulane dimostrano che a sinistra non c’è solo un problema di “campo largo“, ma di messaggio politico. Infatti, perde anche quando è unito. Ma di tanto non beneficia il Terzo Polo di Calenda, il cui candidato Alessandro Maran, al momento in cui scriviamo, risulta addirittura ultimo (2,7 per cento), superato persino dalla “civica” Giorgia Tripoli, data al 4,9. Dal canto suo, il presidente uscente (e rientrante) fa trapelare un sentimento sospeso tra «soddisfazione e scaramanzia». Ma il dado è ormai tratto: poche volte l’esito di un’elezione si è rivelato tanto scontato.