Il 25 Aprile sia un giorno di condivisione: la sinistra la smetta con i veleni, ma anche con Tito e Stalin…
Tra una settimana celebreremo il 25 aprile, data che coincide con la liberazione dall’occupazione nazista e la fine della guerra. Quest’anno c’è una novità mediatica, che di fatto non inciderebbe assolutamente sul merito, e cioè la guida del Governo da parte della destra. Fratelli d’Italia è un partito nato il 2012. E questo spegnerebbe qualsiasi polemica di revanscismo. Ha al suo interno la fiamma, simbolo del Msi, e questo alimenta le polemiche. Io che non provengo dal Msi, so che si evolse. Già prima della nascita di Alleanza nazionale, il Msi aveva progressivamente abbandonato qualsiasi idea di riproposizione del fascismo. Poi c’è stata Fiuggi, ci sono stati uomini e donne provenienti dal Msi ché hanno occupato importanti incarichi istituzionali. Pensare che Fratelli d’Italia c’entri qualcosa con il fascismo è assurdo. Peraltro il fascismo non poteva certo definirsi di destra, avendo una sua connotazione specifica e nascendo dal socialismo.
Nessuno di noi nega assolutamente ché la libertà è stata conquistata grazie al sacrificio dei partigiani. Così come non possiamo certo negare che il fronte socialista del dopoguerra fosse legato all’Urss. Tutto questo, però, appartiene agli storici. Oggi non esiste nessun problema per la nostra democrazia. Che è forte, che è liberale. Ci sono i nostalgici, certo, ma sarebbe assurdo pensare che tra 56 milioni di persone non possano esserci qualche migliaia di anacronistici. Del resto, c’è gente che inneggia a Stalin o a Tito.
Il 25 aprile deve essere un giorno di condivisione. È uno sforzo che si richiede a tutti i partiti. La campagna elettorale di settembre è stata un passo indietro che ha punito chi, come Letta, ha riproposto fantasmi inesistenti. Gli italiani vogliono risposte e confronti su temi reali. Non certo pensare che 78 anni dopo esista qualche pericolo per la democrazia. La Spagna, che la libertà l’ha conquistata ben trent’anni dopo, è più avanti di noi.
Celebriamo questa giornata senza contrapposizioni. Facciamo in modo che intorno alla libertà e al rispetto reciproco ci sia unità di intenti. I cittadini si appassionano poco alla politica anche perché essa non sa intercettare i loro bisogni primari. Lasciamo alla storia ciò che le appartiene e guardiamo insieme alla prospettiva di riconoscerci e legittimarci come avversari e non nemici. Negli Anni Settanta ragazzi innocenti sono morti per l’odio e ragazzi brillanti si sono persi nei meandri della lotta armata. Quegli anni non devono mai più ritornare.
Si ricordi la libertà. La si pratichi quotidianamente rispettando quella altrui. In democrazia nessuno ha sempre ragione. Ma l’unico dogma resta quella libertà che dobbiamo rafforzare laddove problemi sociali ne ostacolano l’esercizio . Che sia una festa di tutti e non un motivo per polemiche strumentali che non interessano più a nessuno
* Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera