Il 6 aprile a Roma il convegno “Pensare l’immaginario italiano”. Giubilei: serve un coordinamento di idee
Giovedì 6 aprile a Roma una giornata di incontri e riflessioni sul tema “Pensare l’immaginario italiano, Stati generali della cultura“. “Abbiamo pensato fosse utile creare un coordinamento tra il mondo culturale e politico invitando anche gli amministratori locali”, spiega Francesco Giubilei di Nazione Futura che è tra gli organizzatori dell’evento insieme a Alessandro Amorese, capogruppo FdI alla commissione Cultura e Emanuele Merlino. Saranno proprio gli amministratori locali ad aprire la serie di dibattiti, cui parteciperanno tra gli altri Alessandro Giuli, Marcello Veneziani, Alessandro Campi, Giuseppe Parlato, Giampaolo Rossi, Pietrangelo Buttafuoco, Pietro Senaldi e Stefano Zecchi. Nel primo pomeriggio, alle 15, è in agenda anche l’intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Non mancherà, alle 17,50, un intermezzo che vedrà protagonista Federico Palmaroli in arte Osho.
Qual è l’obiettivo? “Promuovere e sviluppare idee, creare sinergie, cercare un coordinamento tra le varie realtà”, risponde Giubilei. E le realtà sono quelle che animano la cultura di destra, cui si guarda o per negarla o per ridicolizzarla. Come ha fatto oggi sulla Stampa Luca Bottura, sempre giocando sui tormentoni cari all’antifascismo. E’ bastato diffondere il programma per dare il via a polemiche francamente bizzarre, che coinvolgono anche la grafica.
“Si svolgeranno a Roma il prossimo 6 aprile gli Stati Generali della Cultura Nazionale – scrive Bottura – organizzati da Francesco Giubilei, il simpatico giovine pettinato come Mister Bean che avrete senz’altro intercettato in un qualche talk show perché non c’è bisogno di cambiare stazione: basta fermarsi su un canale e prima o poi lui arriva. Dispiegato in un gradevole font littorio, il programma comprende una serie di esponenti di area, se per area si intende quella intorno al Colosseo quadrato”. Non vi fa ridere? Bè, segue la “versione sovranisticamente riveduta e corretta di una celebre canzone”, che poi sarebbe La storia siamo noi di De Gregori che diventa “La storia siamo A Noi“, dove si fa un mischione tra Campi Hobbit, Pontida e Duce. Insomma, questo è il livello. Anche Christian Raimo ha dato un’occhiata al programma e azzardato una prima chiave polemica: ci sono 62 uomini e 5 donne. Dove sono queste benedette quote, dunque, che la sinistra ha sempre caldeggiato? Non ci sono, perché la destra le ha sempre contestate pur riuscendo ad esprimere la prima presidente del Consiglio in Italia. Il programma dell’evento, ancora in corso di aggiornamento, sarà presentato martedì alle 14 nella sala stampa della Camera.