Il disagio di Carfagna e Gelmini, le anime in pena (e silenziose) del Terzo Polo
Ci sono due persone a disagio nello sconquasso tragi-comico del Terzo Polo: Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. I rumors di questi giorni le davano in seria intenzione di uscire da quell’avanspettacolo di battute e battutacce con cui Calenda e Renzi stavano facendo naufragare quel progetto politico alle quali le due ex azzurre si erano votate con abnegazione e speranza. E’ stato notato il silenzio degli ultimi giorni delle due ex ministre ed esponenti di primo piano di Forza Italia. Tutti in Iv e in Azione hanno esternato in queste giornate cabarettistiche suo “promessi sposi” Renzi e Calenda, tranne Carfagna e Gelmini.
Terzo Polo, il disagio di Mara Carfagna e di Mariastella Gelmini
Le voci di un loro ritorno alla casa madre berlusconiana si era fatta talmente insistente, che è toccato loro fare un comunicato ufficiale per smentire le voci: «Siamo e restiamo in Azione, per portare avanti con Calenda un progetto in cui crediamo». Certo, un atto dovuto, un prendere tempo. Ma di certo non stanno vivendo un momento troppo sereno in quel marasma di accuse reciproche tra i due leader che non stanno lesinanedo colpi bassi l’uno verso l’altro. Secondo i colleghi di partito che hanno condiviso il loro percorso – interercettati in un retroscena del Giornale – «sono entrambe assai disagio per la situazione che si è creata»; tra «il timore di ritrovarsi in futuro sospinte verso un’alleanza col Pd schleiniano» e i sospetti sulle manovre di avvicinamento di Iv al centrodestra. Loro due lì nel mezzo, “canne al vento”, sospinte dagli umori incostanti e contraddittori di Calenda. Che non appare molto lucido. Che fare?
“Chi soffre” nel Tezo Polo: i dilemmi di Carfagna e Gelmini
Per ora nulla, visto il comunicato emanato. Tornare in Forza Italia sarebbe imbarazzante. Non resta che attendere l’esito di questo lancio di pesci in faccia reciproci tra Azione e Italia viva. O aspettare, come molti altri, le mosse di Matteo Renzi che, per quel che se ne sa, si è dato tempi lunghi per un rientro da leader nell’agone politico. Piuttosto penswerà a dirigere il Riformista. Il disagio di essersi imbarcate in una situazione senza futuro permane. C’è chi descrive scenari molto tumultuosi in quel che resta del Terzo Polo. C’è Osvaldo Napoli di Azione che rivela al quotidiano di Minzolini il clima da Guerra dei Rose’s, con la celebre coppia Michael Douglas e Kathleen Turner, nei panni dei coniugi che finiscono per morire precipitando insieme tra i calcinacci, avvinghiati al lampadario. Ecco, camminare tra le macerie e tra soprammobili e cristallerie sbriciolate non era esattamente il sogno politico di Gelmini e Carfagna, probabilmente. «Ecco: evitiamo un finale del genere», dice Napoli di Azione.
La card di Buttafuoco. Gelmini e Carfagna “si svegliano”
Era stato buon profeta, giorni fa Pietrangelo Buttafuoco. Che in una delle sue “puntute” card si era chiesto: “In tutto questo litigare nel Terzo Polo: ovvero la difficile unione tra Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda, una cosa – una – non s’è capita e urge aver chiaro: Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, già prime linee di Forza Italia, stanno con Renzi o con Calenda; oppure – tertium semper datur – stanno già con Licia Ronzulli?”. Richiamate dai tanti rumor, Gelmini e Cargagna si palesano a metà pomeriggio. Tentano di dissimulare l’imbarazzo. Rimanere zitte può alimentare voci sulla tentazione della “fuga”.
Gelmini, veleni sulla Bonino
Dice Gelmini: “L’interruzione del percorso del partito unico fa male a tutti, ma fa male anche e soprattutto alla politica; al Paese e a quei 2 milioni e mezzo di elettori che ci hanno dato fiducia appena sei mesi fa. La nostra preoccupazione adesso dovrebbe essere non deludere quei cittadini a cui dobbiamo chiedere scusa. E non disperdere del tutto un patrimonio politico prezioso”. E fa la velenosa con la Bonino. “Carlo Calenda ha creduto in questo progetto; chi – come Emma Bonino – dal progetto di Azione si è allontanata per abbracciare la coalizione di sinistra-sinistra potrebbe risparmiarci vendette di piccolo cabotaggio”.
Carfagna: “Non tutte le trattative vanno a buon fine”
Aggiunge Carfagna: “La trattativa sul partito unico è stata interrotta perché non portava da nessuna parte, e Italia Viva lo sa bene. C’erano due visioni inconciliabili del Terzo Polo: per noi costituiva un progetto politico a lunga scadenza che azzerava ogni precedente esperienza; per loro era semplicemente un restyling in vista delle Europee”. Così Mara Carfagna, presidente di Azione. Aggiuunge: “Ne siamo tutti consapevoli ed è inspiegabile l’acrimonia con cui, a tre giorni di distanza, Italia Viva continua a sparare su Carlo Calenda. Non tutte le trattative vanno a buon fine. Voltino pagina”.