
Il ministro belga di sinistra insulta le italiane: non lavorano perché vengono da un modello retrogrado
Se a Bruxelles il tasso d’occupazione femminile è troppo basso è colpa del fatto che «molte donne si trovano ancora in un modello famigliare mediterraneo, nel quale l’uomo lavora e la donna resta a casa». Una situazione che, secondo il ministro del Lavoro della Regione di Bruxelles, riguarda nello specifico le donne «di origine italiana o marocchina».
Tale è la visione del politico progressista Bernard Clerfayt (del fronte democratico francofono) che non ha mancato di scatenare polemiche nel Paese in cui vivono circa 300 mila italiani. Ne dà notizia La Stampa aggiungendo che anche da parte degli esponenti della maggioranza che guida l’amministrazione della capitale belga sono giunte critiche e prese di distanza. «Sono sconvolta e indignata – ha subito replicato la deputata socialista Fadila Laanan –. Penso a tutte quelle donne che conosco e che cercano lavoro, ma che sono discriminate a causa delle loro origini, a tutte quelle donne madri single che hanno difficoltà a conciliare lavoro e vita familiare».
Il gruppo dei socialisti nel parlamento bruxellese, che fa parte della maggioranza, ha diffuso una nota in cui definisce «inaccettabili e discriminatorie» le dichiarazioni di Clerfayt, esponente del partito politico «Défi», di orientamento social-liberale. E anche dagli altri partner della coalizione, i verdi, sono subito arrivate le prese di distanza. «Anziché trasmettere stereotipi – ha aggiunto Barbara Trachte, segretario di Stato alla Transizione economica della Regione di Bruxelles – dovremmo affrontare gli ostacoli strutturali all’inserimento lavorativo delle donne, in particolare di origine straniera».
Il ministro ha cercato di giustificare la sua gaffe: «Ho sempre combattuto le disuguaglianze chiamando le cose con il loro nome. Descrivere un fatto non è stigmatizzare e io lavoro ogni giorno per promuovere l’occupazione di tutte le donne di Bruxelles». Clerfayt è anche un adepto della cancel culture: due anni fa ha proposto di erigere un monumento per commemorare le vittime del colonialismo accanto alla statua di Leopoldo II nella “Piazza del Trono” (Place du Trône) a Bruxelles.