Il retroscena. Mattarella irritato per i tentativi di tirarlo in ballo: “Non sono il capo dell’opposizione”
Smentendo la notizia data da Repubblica e La Stampa di un incontro tra Sergio Mattarella e Mario Dragi sul Pnrr alla vigilia del vertice del capo dello Stato con il premier Giorgia Meloni sullo stesso tema, ieri, il Quirinale ha parlato di «divertito stupore per una ricostruzione decisamente fantasiosa». Dunque, il Colle ha scelto di rimettere le cose a posto smorzando i toni. Alcuni indicatori, però, raccontano di una certa irritazione da parte della presidenza della Repubblica per questo costante tentativo di tirarla per la giacchetta.
La precisazione del Quirinale riportata da La Stampa
Il primo si trova sulla stessa Stampa. Ilario Lombardo, che aveva già firmato lo “scoop” sull’incontro tra Mattarella e Draghi, firma un articolo sulla «precisazione della presidenza della Repubblica sul colloquio», chiarendo che «l’incontro tra Matterella e Draghi è avvenuto il 20 marzo». Insomma, 10 giorni prima di quanto riferito ieri. Non solo: «Secondo il Colle – si legge ancora nell’articolo – non si è parlato di Pnrr».
Il retroscena del Foglio sull’irritazione di Mattarella
Un retroscena del Foglio fa sospettare che nella precisazione ci sia decisamente qualcosa di più della correttezza professionale. Lì, in prima pagina, trova infatti posto un retroscena dal titolo «Mattarella infastidito: non sono il capo dell’opposizione». Secondo quanto riferito da Simone Canettieri, che firma il pezzo, il presidente della Repubblica in queste ore andrebbe ripetendo la frase con una certa insistenza e «una punta di fastidio». Nell’articolo si fa diretto riferimento alla notizia dell’incontro con Draghi, che c’è stato, «ma, si scopre, undici giorni prima della convocazione della leader di FdI». Non un dettaglio, visto che «ricevere “per cortesia” l’ex banchiere a cui affidò il governo del presidente dopo Giuseppe Conte, non vuol dire che ci sia l’intenzione di creare giochi di sponda per mettere in difficoltà l’attuale “capa” del governo».
I rapporti «buoni e per nulla problematici» tra Mattarella e Meloni
Dunque, quella rappresentata in maniera erronea da Repubblica e La Stampa è una dinamica in cui «Mattarella non intende entrare». Perché «una cosa è essere il garante della Costituzione, armonizzare i rapporti soprattutto in politica estera, dare consigli, pungolare l’esecutivo anche con forza; un’altra è ergersi a controcanto», si legge ancora sul Foglio, che sottolinea anche che «i rapporti fra il presidente della Repubblica e Meloni sono buoni e per nulla problematici […]. Al di là dei pareri personali e delle convinzioni più intime del bis presidente. Esempio: se Salvini vuole togliere la protezione speciale ai migranti in sé il fatto può dispiacere all’inquilino del Colle, ma non lede dettami costituzionali».
«L’idea del Quirinale: non interveniamo sui programmi votati dai cittadini»
«Questa – prosegue l’articolo del Foglio, rispetto al quale non sono giunte smentite – è l’idea del Quirinale: “Non interveniamo sui programmi votati dai cittadini”». Un atteggiamento che Mattarella, nel pieno rispetto del suo ruolo, non ha mai mancato di confermare. E che ora si è visto costretto, in un modo o in un altro, a ribadire.