Il Senato ricorda l’orrore del rogo di Primavalle. Dal Pd parole di civiltà: “Mai più”. E La Russa ringrazia
Mezzo secolo, tanto è trascorso dal rogo di Primavalle, nel quale il 16 aprile 1973, morirono arsi vivi i fratelli Virgilio e Stefano Mattei, di 22 e 8 anni, figli di Mario, all’epoca segretario della sezione missina del quartiere alla periferia di Roma. Oggi il Senato ha ricordato quella strage rimasta senza giustizia. Particolarmente significativo l’intervento del senatore del Pd Walter Verini, di provata fede antifascista e figlio di un partigiano. Applaudito trasversalmente da tutta l’aula di Palazzo Madama. Parole dal forte impatto simbolico, le sue, improntate alla pacificazione nazionale. Tanto che a fine seduta il presidente Ignazio La Russa ha voluto esplicitamente ringraziare il senatore dem. Lo stesso che soltanto quindici giorni fa invocava le dimissioni del presidente del Senato per le parole sulla strage di via Rasella, (“Non riesci proprio a essere antifascista. Abbi un sussulto e dimettiti”, scriveva). Di fronte all’orrore di Primavalle, ferita mai rimarginata, però le bandiere ideologiche si ammainano.
Primavalle, il Senato ricorda la strage di 50 anni fa
“Questi assassini non hanno mai pagato. Uno non c’è più, gli altri sono scappati all’estero”, ha detto il senatore dem riferendosi ai terroristi di Potere Operaio che appiccarono il fuoco alla casa della famiglia Mattei. “Erano gli anni dell’odio, se un ragazzo aveva in tasca un giornale di destra veniva aggredito, lo stesso se indossava l’eskimo”, continua invocando la pacificazione nazionale e l’uscita dalle contrapposizioni ideologiche che segnarono una lunga scia di sangue. “Erano gli anni in cui un ragazzino di destra, Di Nella, 17 anni venne sprangato, e Pertini andò a trovarlo in ospedale”, ricorda ancora Verini. Un elenco lungo di attentati ed esecuzioni che colpirono giovani innocenti, dall’una e dall’altra parte. “I Nar andarono a casa di Valerio Verbano, legarono i genitori e lo aspettarono per ammazzarlo. Erano gli anni dell’odio”.
Verini (Pd) ricorda l’abbraccio tra Gianpaolo Mattei e la mamma di Verbano
Poi il senatore del Pd ha ricordato l’episodio dell’abbraccio commosso tra Gianpaolo Mattei, fratello di Virgilio e Stefano e la mamma di Verbano. “Al Palaeur di Roma, durante un evento di un sindaco uscente (Gianni Alemanno ndr), nel 2008, tra i presenti c’erano Gianpaolo Mattei e Carla Zappelli, la mamma di Valerio Verbano, che adesso non c’è più. Una donna minuta, mentre Mattei è un sacramento di due metri, si abbracciarono commossi sul palco. Fu un dire basta a quella stagione dell’odio, un gesto che è ancora vivo”.
Gasparri: Almirante chiese giustizia, non vendetta
“Era un gruppo di Potere Operaio che appiccò l’incendio – ha ricordato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, all’epoca giovanissimo.”Io credo di essere l’unico in quest’aula che partecipò a 15 anni a quei funerali, dei due fratelli Mattei. Ricordo che Almirante sul sagrato della chiesa disse che non dovevamo chiedere vendetta ma giustizia. E non era una cosa banale in quegli anni, in quel clima”. “Quella notte di follia, Stefano e Virgilio restarono intrappolati dal fuoco”, ha poi aggiunto Lavinia Mennuni, senatrice romana di Fratelli d’Italia. Ricordando “i vergognosi depistaggi. Ignobile resterà la lettera di solidarietà di Franca Rame di solidarietà Achille Lollo, uno degli assassini”. Il presidente del Senato ha chiuso la seduta, non senza ringraziare il senatore Verini. “Per le sue parole che vorrei accostare al gesto della sottosegretaria Paola Frassinetti, che ha reso omaggio alla lapide in memoria di Iaio Tinelli a Milano. Gesti e parole che fanno sperare che in un modo diverso di condividere i sensi di civiltà che devono accomunare tutte le parti politiche”.