La Finlandia è il 31esimo membro dell’Alleanza atlantica. Stoltenberg: uno smacco per Putin
La Finlandia è ufficialmente il 31esimo membro della Nato. L’Alleanza atlantica ha accolto il nuovo alleato in una cerimonia nel Quartier Generale a Evere, alla periferia nord di Bruxelles, issando la bandiera con croce azzurra su sfondo bianco della Repubblica finlandese insieme alle altre trenta, nello stesso giorno in cui, nel 1949, venne firmato a Washington D.C. il Trattato dell’Atlantico del Nord. Con l’ingresso di Helsinki nella Nato, la Russia ha ottenuto esattamente “l’opposto” di quello che voleva il presidente russo Vladimir Putin invadendo l’Ucraina, cioè “più Nato”, ha sottolineato il segretario generale, il norvegese Jens Stoltenberg.
Ora il Cremlino si trova a dover gestire confini terrestri con nazioni aderenti alla Nato più che raddoppiati: la frontiera della Federazione con la Finlandia è lunga oltre 1.300 km e si aggiunge a quelle già esistenti con i Paesi Baltici, con la Polonia e con la Norvegia. L’invasione dell’Ucraina ha cambiato completamente il quadro della sicurezza europea e ha convinto la Finlandia, un Paese che era neutrale fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ad entrare nell’Alleanza.
Helsinki gode ora della protezione collettiva prevista dall’articolo 5 del Trattato. Per la Russia, che con la cosiddetta operazione speciale in Ucraina voleva tenere lontana la Nato da quello che considera il suo cortile di casa, l’ingresso della Finlandia tra i nemici è un oggettivo scacco, al di là di altre possibili considerazioni. Ora il Baltico, con la prossima adesione della Svezia alla Nato, è destinato a diventare una sorta di ‘lago’ euroatlantico.
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che ha proclamato ufficialmente Helsinki 31esimo alleato dopo aver ricevuto gli strumenti di adesione dal ministro degli Esteri Pekka Haavisto, è stato quasi irridente: “Forse è l’unica cosa per cui possiamo ringraziare Vladimir Putin, che ha fatto precipitare una cosa che diceva di voler prevenire”, ha detto. “In momenti come questi – ha aggiunto Stoltenberg – gli amici e gli alleati sono più importanti che mai. E la Finlandia ora ha gli amici e gli alleati più forti del mondo. Il presidente Vladimir Putin voleva chiudere la porta della Nato: oggi mostriamo al mondo che ha fallito, che l’aggressività e l’intimidazione non funzionano”.
Il presidente finlandese Sauli Niinisto ha detto che il suo resta un Paese nordico “stabile e prevedibile”, che cerca “soluzioni pacifiche” alle dispute con i vicini e ha sottolineato che il contributo principale che Helsinki può dare alla deterrenza Nato resta la “difesa” del territorio finlandese. Putin, ha ricordato Niinisto, “ha detto chiaramente nel dicembre 2021” che considera minaccioso un allargamento della Nato “ed è uno dei motivi per cui il dibattito in Finlandia è cresciuto. Noi non vogliamo che altri ci dicano che cosa dovremmo fare e che cosa non possiamo fare. I russi cercano sempre di creare paura attorno a loro, ma noi non abbiamo paura”.
La Finlandia ha una tradizione consolidata nella difesa nazionale e i russi lo sanno. Nella guerra d’inverno del novembre 1939-marzo 1940 l’Armata Rossa soffrì moltissimo gli attacchi delle mobilissime truppe finniche, che si spostavano sugli sci e bruciavano i carristi russi con le bottiglie Molotov (il nome è nato in quella guerra, dal ministro degli Esteri di Stalin, Vjaceslav Molotov), buttandole dentro i loro carri armati. L’Urss ottenne una vittoria assai stentata contro i vicini, conclusa con un armistizio: da allora i russi si sono ben guardati dal riprovarci. Unirsi alla Nato, ha detto Stoltenberg, “è bene per la Finlandia”, ma anche per la Nato “nel suo complesso”.
Helsinki, ha sottolineato, porta in dote “forze sostanziose e altamente capaci, un’esperienza di resilienza nazionale e anni di lavoro fianco a fianco con l’Alleanza”. Ha anche “sessanta jet da combattimento F35″ e valide “difese antiaeree”. Resta ancora in sospeso l’adesione della Svezia, la cui ratifica è bloccata da Turchia e Ungheria. L’obiettivo è farla entrare il più presto possibile, ha detto Stoltenberg, che è “in contatto” con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e ha riavviato il “meccanismo trilaterale” di consultazione tra Turchia, Svezia e Finlandia. Erdogan, che deve affrontare nuove elezioni il 14 maggio prossimo, accusa Stoccolma di permettere agli attivisti curdi, che considera tout court “terroristi”, di manifestare nelle strade e finora ha bloccato la ratifica dell’adesione del Paese scandinavo, dando via libera alla Finlandia.