La Finlandia svolta a destra con Riikka Purra. Sanna Marin finisce terza e ammette la sconfitta
Anche la Finlandia svolta a destra con la sovranista Riikka Purra, 45enne, ambientalista e animalista convinta, alla guida di Finns e archivia l’icona woke Sanna Marin. Che ammette la sconfitta del suo partito. E si fa da parte.
“La democrazia ha parlato, il popolo finlandese ha votato e la celebrazione della democrazia è sempre una cosa bellissima”, ha detto la premier finlandese uscente Sanna Marin ammettendo la sconfitta del suo partito socialdemocratico.
Il partito dei Finlandesi di Rikka Purra – “buon lunedì – scrive la bionda sovranista su Twitter sorridendo felice in auto – sto andando alla sede del partito. Grazie elettori, grazie veri finlandesi! Cara Finlandia!” – è la vera sorpresa delle elezioni anche se si piazza secondo, con il 20,1 per cento dei consensi ma con un distacco di appena 0,7 punti percentuali, dietro al Kookomus, il partito dei conservatori di Centrodestra guidato da Petteri Orpo, il 53enne ex-ministro delle Finanze, primo con il 20,8 per cento.
I sovranisti di Riikka Purra sono la vera sorpresa
Di fatto sui 200 seggi parlamentari a disposizione, 48 sono stati assegnati, nella notte dello spoglio elettorale chiuso alle 22, ai conservatori di Orpo, che in Europa sono con il Ppe, 46 alla destra di Riikka Purra e 43 al Finnish Social Democratic Party, il Centrosinistra di Sanna Marin. Distaccato con l’11,3 per cento dei consensi – e in recesso – c’è il partito rurale di centro Keskusta.
Sanna Marin sconfitta, il Centrodestra al governo della Finlandia
L’incarico di formare un nuovo governo finlandese ora andrà a Petteri Orpo. Che dovrà necessariamente fare i conti con Riikka Purra e il suo Finns vista la risicata percentuale di distacco fra i due partiti, l’affinità ideologica comune dell’area di Centrodestra che esprimono e i seggi parlamentari a disposizione che, insieme, raggiungono i 94 parlamentari su un totale di 200 in Parlamento.
Cosa cambia ora in Finlandia? Continua il supporto a Kiev
Cosa cambia ora in Finlandia? A livello di politica europea non moltissimo se si guarda alla guerra in Ucraina – c’è il sostegno pieno e convinto a Kiev dei partiti vincitori delle elezioni finlandesi nella contrapposizione con la Russia – così come per quel che riguarda l’ingresso nella Nato di fronte al quale il popolo finlandese, per anni neutrale ha scelto convintamente di entrare dopo il sì, necessario, della Turchia.
“La prima cosa all’Ucraina, noi stiamo al vostro fianco – ha detto il leader del Centrodestra Petteri Orpo. – Non possiamo accettare questa guerra terribile, faremo tutto il possibile per aiutare l’Ucraina, il popolo ucraino perché combattono per noi”.
“E il messaggio a Putin è chiaro – ha aggiunto – esci dall’Ucraina perché sarai sconfitto”.
La leader di Finns, Riikka Purra, ha parlato di “una vittoria eccellente” ottenuta con un programma tutto orientato a tagliare l’immigrazione non Ue.
Ora il suo partito, che è stato parte della coalizione di governo tra il 2015 e il 2017, potrebbe entrare in coalizione con quello di Orpo, la cui campagna si è concentrato sul taglio delle spese sociale, disoccupazione compresa.
“Mi fido della tradizione del nostro Paese di negoziare con tutti i partiti per trovare la migliore coalizione possibile per la Finlandia”, ha detto da parte sua Orpo, sottolineando che la cosa più importante per lui è “essere un membro attivo della Ue, costruire la relazione Nato-Finlandia e sistemare la nostra economia, aumentare la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro, è questa la parte cruciale del programma di governo”.
Per quanto riguarda le alleanze, quindi, non esclude di lavorare con nessuno e annuncia che avvierà oggi i colloqui per la formazione del nuovo governo che potrebbe portare ad una coalizione con il Finns di Rikka Purra, partito che la Marin ha definito “apertamente razzista” nella sua campagna elettorale, oppure una coalizione con la Spd e i suoi alleati, un risultato che alcuni analisti ritengono più probabile nonostante le loro significative differenze politiche.
Sposata con il giornalista Mikko Välimaa, due figli, Riikka Purra, una laurea in Scienze politiche alla celebre Universita finlandese di Turku e un master in corso in politica internazionale, ha idee molto chiare: eletta alla guida del Finns il 14 agosto 2021 – prima presidente donna – partendo dal semplice ruolo di designer per il partito, ha detto esplicitamente che non è disponibile ad entrare in un governo che non affronti in maniera risolutiva il problema dell’immigrazione incontrollata.
Vuole rendere più facile la chiusura delle frontiere ai clandestini e più difficile l’ottenimento della cittadinanza. E ricorda la sua esperienza personale quando, da adolescente, venne molestata sessualmente dagli immigrati a Tampere.
“Anche gli elettori finlandesi mandano a casa la sinistra. Attendiamo che il vento politico che soffia in Europa sia bollato con i peggiori epiteti dalla rancorosa sinistra italiana, che non sa perdere – dice Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. – Per contro, quello che viene dalla Finlandia è un forte segnale di dissenso per l’aumento del debito pubblico nazionale e che, a livello europeo, suggerisce di abbandonare politiche intrise di ideologismi”.
“Siamo felici – aggiunge Foti – di aver inaugurato in Italia con il governo Meloni una stagione politica nuova, di cambiamento e di visione patriottica del fare che raccoglie consensi all’interno dell’Italia e fa scuola in tutta Europa”.
ho vissuto per 50 anni in Finlandia: la vittoria della destra porterà le basi americane in Finlandia, che MAI era stata minacciata dalla Russia. Prima, al lungo confine avevano solo guardie confinarie, ora avranno reparti in armi e missili con testate nucleare. Geniale trovata dei politici finlandesi! Il debito pubblico è dovuto in buona parte ai milioni versati a fondo perduto per l’Ucraina. Non esiste una immigrazione incontrollata in Finlandia, sono poche centinaia di poveri disgraziati all’anno. E’ vero, i cosidetti “Finlandesi” sono xenofobi, malattia di fondo dei nordici che non hanno mai amato noi stranieri. La destra taglierà la spesa sociale, chiuderanno facoltà universitarie, scuole rurali, sussidi di disoccupazione e aumenteranno le tasse già pesanti ed oppressive. Tanto per chiarire