La Russa: “La Resistenza è un valore comune, il mio 25 aprile metterà tutti d’accordo”
21 Apr 2023 9:04 - di Sara De Vico
Parola d’ordine “pacificazione nazionale”, tanto più alla vigilia del 25 aprile. In un lungo colloquio con Repubblica Ignazio La Russa invita a cominciare “a guardare la storia anche con gli occhi degli altri”, riprendendo una citazione di Luciano Violante. L’appello è a un’unica lettura dei principi che segnano le fondamenta della Repubblica, contenuti nella prima parte della Costituzione. Quella dei diritti, della democrazia, della partecipazione e della libertà.
La Russa: condivido la Resistenza come superamento della dittatura
Il presidente del Senato lancia un chiaro messaggio di unità alla vigilia del 25 aprile, sul quale come ogni anno fioccano le considerazioni “preventive”. Una celebrazione sulla quale è alta l’attenzione dei media progressisti su come si comporterà il governo Meloni, come fosse una prova del fuoco. Dal suo canto annuncia un 25 aprile che metterà tutti d’accordo. “Condivido appieno i valori della Resistenza, vista come superamento di una dittatura. Il problema – aggiunge – è che di quei valori si sono appropriati il Pci e poi la sinistra. Questo è un fatto storico. E a questo mi sono sempre opposto”. Lo dimostrano le posizioni dell’Anpi che ancora distinguono fra una storia comune dell’Italia e una lettura di parte.
In Costituzione non si parla di antifascismo
Ieri l’aula del Senato si è divisa sulle mozioni per il 25 aprile. Mentre la maggioranza sostiene il testo degli avversari che passa all’unanimità, sulla mozione del centrodestra Pd, M5S e Avs si astengono perché – protestano – manca qualsiasi richiamo all’antifascismo. Un’obiezione insensata secondo La Russa. Che puntualizza: “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo. Sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all’Urss”. Il presidente del Senato insiste nel dare alla Resistenza un valore universale, liberando la lotta per la Liberazione dall’esclusivo patrimonio culturale dalla sinistra. “Anche la Destra, nella sua storia, ha candidato i partigiani”, dice respingendo le ripetute e stanche accuse di nostalgismo.
“Ho sposato le tesi di Fiuggi e questo parla per me”
“Quante inutili polemiche sulle mie frasi. C’è stata una bufera quando ho ricordato la ricordato la nascita del Msi. Mi permetto di rammentare che ai funerali di Almirante c’era pure il presidente della Repubblica”. Faziosità? Polemiche urlanti per le parole pronunciate sull’eccidio di via Rasella? Basta con le analisi del sangue. “Il fatto che io abbia sposato la svolta di Fiuggi parla di me. Che devo fare? Poi Fini è andato oltre. Ma io credo comunque che quando ha definito il fascismo male assoluto parlasse delle leggi razziali”.
“Il mio 25 aprile metterà tutti d’accordo”
Parole chiare quelle del numero uno di Palazzo Madama, che ammette di dice stanco di dover sempre puntualizzare. “Qualsiasi cosa si dica o si faccia viene strumentalizzata. E finiamo costretti sempre a inseguire la polemica. Allora rinuncio pure a fare commenti, come è accaduto in Israele. Faccio un esempio. Se togliamo la fiamma dal simbolo di FdI, ci rinfacceranno il riferimento alla Nazione e poi ne troveranno altre. È una gara a cui non sento di partecipare”.
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