La scure della Meloni sul cuneo fiscale: fino a 500 euro in più all’anno per i redditi medi e bassi
Giorgia Meloni, ieri sera, dopo il varo del Def da parte del Consiglio dei ministri, che oltre a varare misure straordinarie sul fronte immigrazione propone misure per la ripresa a vantaggio della famiglie e dei lavoratori, ha parlato di giustizia sociale. E ha dimostrato che il governo di centrodestra non lavora per “favorire” i ricchi del centrodestra, come da accuse di sinistra, mentre il “tesoretto” di tre miliardi per tagli al cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori con redditi medi e bassi dimostra il contrario. Secondo i conti fatti questa mattina da alcuni giornali, le buste paga dei lavoratori dipendenti dovrebbero aumentare per una cifra tra i 400 e i 500 euro l’anno.
Cuneo fiscali, quanto aumentano i redditi medi e bassi
Nel Documento di Economia e Finanza si parla di tagli al cuneo fiscale in primis ai lavoratori con redditi medi e bassi, ovvero fino a 25 mila euro lordi annui e tra 25 e 35mila euro, con una cifra che arriva ai cinque miliardi di euro dopo il taglio già deciso in Finanziaria. La normativa prevede per il 2023 l’estensione alle retribuzioni lorde fino a 25 mila euro dell’esonero del 3% sulla quota di contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti pubblici e privati. Per la fascia successiva, quella tra 25 e 35 mila euro, l’esonero è al 2%. Secondo il Sole24Ore, “per i redditi fino a 25mila euro lordi c’è un risparmio mensile di 41,15 euro ed annuo di 493,85 euro. Da 27.500 a 35mila euro di reddito parliamo di una trentina di euro in più in busta paga, 360-390 l’anno. Oggi il cuneo fiscale-contributivo è pagato per due terzi dalle imprese e per un terzo dai lavoratori e raggiunge il 46,5% della retribuzione per un lavoratore standard single. Aggiungendo oneri e contributi sociali si arriva a sfiorare il 50%, uno dei livelli più elevati nel mondo. Secondo il Mef, il “tesoretto” aumenterà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla crescita salariale senza innescare una pericolosa spirale salari-prezzi.
La nota di Palazzo Chigi su crescita e salari
In termini ufficiali, secondo quanto informa la nota di Palazzo Chigi, “nel breve termine, si opererà per sostenere la ripartenza della crescita segnalata dagli ultimi dati, nonché per il contenimento dell’inflazione. Il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5 per cento) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima adozione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sul periodo maggio-dicembre di quest’anno. Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia l’attenzione del Governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi”.