La scure di De Luca sui teatri di Napoli. Così il governatore si vendica contro il Pd di Schlein
Nessuno pensi a uno scherzo: a parlare è proprio Vincenzo De Luca e non Maurizio Crozza, il suo più celebre imitatore. L’avvertenza è d’obbligo alla luce della seguente prosa: «Ci sono dei cafoni a Napoli che rimangono cafoni e che immaginano di poter ricattare un’istituzione. Ho cercato di spiegare che questa storia, a Napoli, è finita». Sembra un delirio, e invece è la replica di o’ Sceriffo al direttore del Teatro Mercadante di Napoli, Roberto Andò, che ieri ha annunciato la sospensione della rassegna estiva nel Parco archeologico di Pompei dopo il taglio di 2 milioni ai fondi Poc. Un’iniziativa che De Luca ha decifrato a mo’ di ritorsione e alla quale ha risposto all’uso suo: «A me le conferenze stampa fatte per ricattare mi attivano la circolazione, mi fanno stare meglio».
De Luca taglia i fondi al Mercadante e al San Carlo
A base del taglio esistono, ovviamente, anche ragioni tecnico-contabili (dalla replica del governatore pare di capire che il cda del Mercadante non abbia ancora approvato il bilancio), ma è altrettanto vero – stando a quanto scrive il Mattino – che il presidente Emilio Di Marzio (in quota De Luca) ha giustificato la sforbiciata ai fondi Poc spiegando che «la Regione deve far fronte ad una pressante richiesta di misure sociali a tutela delle famiglie e delle fasce più deboli». Scopo nobile. E pur tuttavia non può non incuriosire il significato “geopolitico” della sforbiciata. E sì, perché a farne le spese è solo Napoli (oltre al Mercadante, anche il San Carlo), e non anche Salerno, che vede invece confermato il milione e mezzo destinato al Teatro Verdi di e i 2 milioni postati per la kermesse “Luci di artista“.
Indenne il feudo di Salerno
Siamo sicuri che non c’entra niente che Salerno è il feudo di De Luca? E siamo certi che i tagli a due istituzioni cittadine come il Mercadante e (addirittura!) il San Carlo non abbiano nulla a che fare con i rapporti volgenti al minimo ribasso tra lo stesso De Luca e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi? O – ancora – non c’entra niente il “no” di Elly Schlein al terzo mandato in Regione e al fatto che al recente congresso del Pd in Campania, il candidato Bonaccini sponsorizzato dal governatore abbia vinto ovunque tranne che nella capoluogo regionale? Interrogativi probabilmente destinati restare senza risposta. Non resta, perciò, che affidarsi alla saggezza di chi, come Andreotti, diceva che «a pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca».