L’affondo di Calenda: «Renzi è uno che “te se magna”. Ma io sono un boccone indigesto»
Per Carlo Calenda il vaso è colmo. Anzi, stracolmo. Non evita neppure di spifferare particolari imbarazzanti. «Escludo la possibilità di ripensamenti», dice in premessa a Otto e mezzo. «C’è stato un logorio del rapporto di fiducia. Avevamo l’ultima riunione per chiudere il documento. Eravamo tutti riuniti ma la Boschi dopo mezz’ora non arrivava. E intanto uscivano sue agenzie in cui diceva che sono il peggio dell’universo. Quando è arrivata ha detto “io sono una parlamentare e posso dire quello che voglio”. Le ho risposto “figuriamoci, ma ci sono dati di fatto e chiacchiere da bar”. Il dato di fatto: è stato presentato un documento a cui è stato detto di no. Fine».
Calenda: i cittadini non sono ebeti
«Non so se sono troppo litigioso. Il problema è che sono troppo diretto e non so se a volte è compatibile col fare politica. Provo a tenere una linea di coerenza. Sono stato al governo affrontando 150 tavoli di crisi. Governare è un continuo compromesso», continua il leader di Azione. Il partito unico «non è nato perché uno dei contraenti non ha voluto e vado in televisione per spiegare al mio elettorato perché è successo. Ho il dovere e nessun piacere di spiegare la questione al posto di trattare i contenuti. È caduta una promessa elettorale e ho l’obbligo di spiegare. Perché abbiamo l’idea dei cittadini come beati ebeti che non vogliono interessarsi e capire?».
«Nell’accordo c’era lo stop a fare il lobbista»
«L’accordo che ho proposto a Renzi prevedeva l’impossibilità di fare il lobbista se si ricopre un ruolo pubblico. Mentre eravamo alleati ho sempre detto che non ero d’accordo. Ma che poteva fare quello che voleva finché non saremmo stati insieme nel partito unico. Ho avuto trasparenza adamantina. Ho sempre detto e confermo che non condivido e sono pronto a votare una legge che vieti di fare lobbying se si siede nelle istituzioni nazionali e internazionali».
Calenda: Renzi guadagna due milioni in giro per il mondo
Anche su “Repubblica” Calenda attacca. «Credevo ingenuamente che Renzi facesse un passo di lato, dato che guadagna due milioni in giro per il mondo». Poi aggiunge: «La verità è che Renzi strutturalmente non può fare un passo di lato. Si è visto dopo il referendum. «È uno che se non stai attento ti si “magna”. Ma io sono un boccone indigesto. Qualcuno me lo aveva detto che dovevo stare attento», rivela. «Ma non credo sia stato un errore allearci alle politiche. Anche perché io non ero sicuro di avere le firme». E definisce Renzi «un pirotecnico, che ne fa una al giorno, come si è visto col Riformista».