Latina, gravi atti di bullismo contro una compagna 14enne: indagata un’intera classe
Una classe di una scuola media in provincia di Latina sarebbe stata indagata per gli atti di bullismo ai danni di una compagna durati mesi e organizzati tramite una chat segreta. Nelle conversazioni gli alunni, 12 ragazzi e 3 ragazze, si scambiavano commenti degradanti sulla ragazzina, che chiamavano «ebola» e che sostenevano andasse evitata come un virus mortale, pena l’esclusione dal gruppo. A far emergere la vicenda è stata la denuncia della madre della vittima, che si è accorta che qualcosa non andava quando dal registro elettronico ha appurato che la figlia entrava continuamente in ritardo a scuola, nonostante lei l’accompagnasse in orario.
Nella chat dell’odio anche un invito al suicidio: “Ammazzati, tanto non se ne accorge nessuno”
L’ingresso ritardato era l’escamotage con il quale la ragazzina, 14 anni, cercava di mettersi al riparo dai bulli, i quali oltre a emarginarla in chat si passavano anche la voce su “prove” per umiliarla, al ritmo di tre a settimana. «Imitate la sua postura e prendetela in giro», è, secondo quanto emerso, uno degli “ordini” che si sono dati i compagni della chat, nella quale c’era la totalità della classe. Inoltre, insulti e frasi d’odio le venivano rivolti anche direttamente con messaggi privati o sui social. Secondo quanto riportato dal Messaggero, che ha dato conto della vicenda, alla 14enne sarebbe arrivato anche un “invito” a togliersi la vita: «Ammazzati subito, tanto non se ne accorge nessuno».
La scelta di un compagna di classe di rompere il muro di omertà
La ragazzina, che percepiva perfettamente il clima di odio nei suoi confronti, anche se inizialmente non sapeva perché tutti la evitassero, è stata aiutata anche da una compagna di classe, una dei pochissimi che si erano tirati fuori dalla chat dell’odio, che ha rotto il clima di omertà e ha deciso di raccontarle cosa succedeva. A quel punto la ragazzina, quindi, si è aperta con la madre, che ha denunciato e messo fine all’incubo.
L’indagine della Procura e gli interventi educativi
Sul caso indaga la Polizia postale. Oltre alla Procura dei minori, che secondo quanto emerso avrebbe aperto il fascicolo per i reati di stalking e istigazione al suicidio, sul caso si è mossa anche il Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Lazio, Monica Sansoni, che ha incontrato nei giorni scorsi i ragazzi della scuola in cui si sono verificati i fatti. Altri incontri con gli alunni sul tema del bullismo, inoltre, sono già stati programmati a cura del Centro Antiviolenza minorile di Latina. L’obiettivo è far capire ai ragazzi la gravità di certi comportamenti e accompagnarli affinché non si verifichino più.