Mattarella: “Nessuno resti indifferente al brutale attacco russo. La risposta è un’Europa forte”

19 Apr 2023 12:38 - di Alessandra Parisi

La memoria delle barbarie come “vaccino contro l’indifferenza”, la guerra in Ucraina, l’unità di vedute dell’Europa per la difesa dei valori occidentali. Questi i temi affrontati dal presidente Sergio Mattarella nella sua prolusione  nell’università Jagellonica di Cracovia. La stessa dove studiò filosofia Papa Wojtjla.

Mattarella a Cracovia: alle nostre spalle secolo tragedie

“Alle nostre spalle stanno secoli di tragedie”, ha detto il capo dello Stato. “In cui i popoli europei si sono contrapposti. La vostra terra ne è stata testimone e vittima nella ricerca dell’indipendenza, nella conquista della libertà. E proprio la lezione della storia ha dato nel secondo dopoguerra, un impulso irresistibile al progetto di integrazione europea”.

“Preservare la memoria nelle menti e nei cuori”

Nell’ottantesimo anniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia Mattarella ha reso omaggio alla lapide che ricorda i docenti di questa Università deportati il 6 novembre del 1939. Sottolineando come la memoria di quelle barbarie resti “indefettibile nelle nostre menti e nei nostri cuori. Polonia e Italia  sono impegnate per preservare e diffondere la memoria di quel che avvenne, affinché non possa più ripetersi”.

Oggi l’Europa testimone di crimini come in passato

Dalle barbarie della seconda guerra mondiale a quelle attuali. “Oggi l’Europa è testimone di crimini frutto di una rinnovata esasperazione nazionalistica. Come non pensare alla vicenda dei Sudeti e delle popolazioni di origine tedesca che li abitavano. E alla Conferenza di Monaco, che aprirono alla Seconda guerra mondiale? A questo insensato tentativo di sovvertire le regole dell’ordine internazionale, l’Unione europea ha saputo reagire con fermezza e continuerà a sostenere l’Ucraina”.

“Nessuno può ignorare la brutale aggressione russa”

“Nessuno può restare indifferente di fronte alla brutale aggressione della Federazione Russa all’Ucraina. Un Paese sovrano, libero, indipendente, democratico, la cui popolazione è oggetto di attacchi mirati e criminali che uccidono con ferocia”. Mattarella ha poi citato Liliana Segre che ci ammonisce ricordando che la memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza. Non solo guerra militare ma guerra di valori come nella seconda guerra mondiale.

Una guerra di valori. In gioco le conquiste dell’occidente

“I due terreni – ha ricordato ancora il Capo dello Stato- si incrociano spesso. È avvenuto con la Seconda guerra mondiale”, ha detto ripercorrendo la storia della città di Danzica. Che per ben due volte, nel ‘900, ha segnato la storia della Polonia. Con l’aggressione alla città da parte del regime nazista. E l’avvio, nel 1988,  del processo di affrancamento dal regime comunista. ‘Morire per Danzica?’ ci si interrogava in Europa alla vigilia della Seconda guerra mondiale”. In Europa, in questo momento, sono in corso, contemporaneamente, due guerre. Quella che vede l’Ucraina aggredita dalla Federazione Russa nella sua integrità territoriale. “Ma anche una guerra di valori – ha sottolineato Mattarella –  in cui sono in gioco tutti gli elementi che caratterizzano l’odierna esperienza occidentale, a partire dalla libertà”.

L’unità della Ue è un bene primario

La parola d’ordine è progettare gesti di pace. “A prevalere deve essere il diritto internazionale, il rispetto della sovranità e della integrità territoriale degli Stati, il dialogo sulle controversie”. Riflettori accesi sull’unità della Ue come bene primario da salvaguardare. Respingendo la tentazione della frammentazione. “Sicurezza europea e sicurezza euroatlantica sono concetti indivisibili. Per potersi difendere insieme con determinazione. Citando i padri costituenti dell’unificazione europea, Jean Monnet e Robert Schuman, Mattarella ha messo in guardia dall’interpretazione della Ue come una somma di umori e interessi nazionali.

Rafforzare la difesa comune e le alleanze

Per assicurare una deterrenza dissuasiva, ha aggiunto Mattarella, occorre rafforzare ulteriormente  le nostre alleanze, punto di forza del nostro sistema di difesa. “Le stesse somme destinate al rafforzamento della difesa dai singoli Paesi della Ue, se messe a fattor comune, diverrebbero un volano ineguagliabile; a vantaggio anche dell’Alleanza Atlantica“.

L’Europa non insegua problemi dettati da altri

Per l’Unione europea “ogni giorno è un banco di prova. Ma sarebbe del tutto inadeguato pensare a un’Europa frutto della affannosa rincorsa ad affrontare problemi dettati da altri. In un quadro internazionale deciso da altri”. Infine l’impegno italiano a favore di una rapida conclusione del processo di adesione dei nostri vicini balcanici. “Per dare sbocco alle loro aspirazioni e non concedere nocivi spazi di agibilità a forze ostili ai valori della convivenza. Spazi di corrosione dei sistemi democratici”.

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