Meloni: «Puntiamo su lavoro femminile e incentivi sui figli. Legge quadro per il Made in Italy»
Il problema demografico dell’Italia e le sue ripercussioni sul Pil si risolvono «non con i migranti» ma incentivando la natalità e aumentando il tasso di occupazione femminile. Giorgia Meloni ha tracciato i prossimi obiettivi del governo alla 61esima edizione del Salone del Mobile. Alzando il livello del lavoro femminile e portandolo alla media europea, i nostri dati cambierebbero molto. Così come è fondamentale il made in Italy. Dopo i saluti ai “padroni di casa” – il sindaco Sala e il governatore della Lombardia Fontana – la premier si è rivolta ai veri protagonisti dell’evento, gli espositori «che raccontano – ha detto – il mondo delle eccellenze italiane». Questa «non è solo una vetrina straordinaria della eccellenza italiana di fronte al mondo, ma una fiera che racchiude molte delle questioni strategiche su cui il governo lavora». L’impegno di Palazzo Chigi – ha ribadito – è nel sostenere e redistribuire risorse alle imprese, le vere creatrici di ricchezza.
Meloni al Salone del Mobile: una vetrina dell’eccellenza italiana
«Stiamo tentando di farlo per costruire un ecosistema favorevole al mondo imprenditoriale», a cominciare dalla riduzione delle tasse con la delega sulla riforma fiscale che è già sul tavolo del governo. Importante è la difesa del marchio. «Il made in Italy, è la cosa più preziosa che abbiamo. Noi siamo in dirittura d’arrivo per portare in Consiglio dei ministri, già nelle prossime settimane, un collegato alla manovra finanziaria che ha come obiettivo la valorizzazione del marchio». Una sorta di legge quadro – ha anticipato Meloni – per valorizzare le nostre eccellenze su tre pilastri. Lotta alla contraffazione, con tutela di brevetti e marchi, strumenti per far crescere le Pmi nei settori di eccellenza e il tema della formazione e competenza.
Mise informale, “solo la Santanchè viene qui con i tacchi”
Poi Meloni ha scherzato sulla sua mise informale. «Diciamo che è poco istituzionale», ha detto sorridendo. «Ma solo la Santanché ha il coraggio di venire anche qui con i tacchi. Gli altri sanno cosa li aspetta, ma voi mi perdonerete». Il presidente del Consiglio, infatti ha scelto un look casuale. Sneaker, jeans, giacca doppiopetto e borsa a tracolla, tutto blu navy. Inevitabile il riferimento al reddito di cittadinanza, che il premier conferma di voler abolire per chi è in grado di lavorare. «Mentre noi continuiamo ad accapigliarci, scopriamo che le nostre aziende dicono che in quattro casi su dieci hanno difficoltà a trovare manodopera qualificata. E posti di lavoro ottimamente retribuiti». Quindi ha ribadito la necessità di allineare il rapporto tra domanda e offerta di lavoro «facendo una rivoluzione culturale sul ruolo del sapere artigiano, insieme all’innovazione». Meloni ha detto di non rassegnarsi a una società in cui modello di riferimento è quello di favorire il rdc. «Il modello deve essere favorire il lavoro. L’obiettivo del governo, il famoso “più assumi e meno paghi”, è un modo per favorire il lavoro. Che è quello che consente ai cittadini di partecipare alla comunità, è l’unico vero ammortizzatore sociale».
Quella narrazione della “dannosa” stretta sui migranti…
Poi ha affrontato il nervo scoperto dell’occupazione femminile, da cui è necessario partire. «Noi abbiamo in Italia dei gap di lavoro delle donne. Che di fatto costituiscono da soli il nostro gap di occupazione in rapporto alla media europea». Meloni ha respinto la narrazione che la stretta sui migranti acuisca la mancanza di lavoratori. «Credo che prima di arrivare al tema immigrazione si debba lavorare sulla possibilità di coinvolgere molte più donne nel mercato del lavoro. Poi c’è il tema di incentivare la natalità, queste sono le priorità su cui lavorare».
I migranti non sono la soluzione al lavoro
«Di fatto noi abbiamo sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano», ha rimarcato il premier. Un problema che non risolve con i migranti. «Si deve invece partire da quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile. Alzando i livelli del lavoro femminile e portandoli alla media Europea già i nostri dati cambierebbero molto».
Sento Berlusconi ma oggi non è il giorno adatto a una visita
Infine due battute sul richiamo del presidente Mattarella all’Europa e sulle condizioni di salute di Berlusconi. «Quello del presidente è un richiamo che tutti comprendiamo. Dopodiché bisogna conciliare il tema dell’Europa con la difesa degli interessi nazionali. Il vero problema dell’Europa è l’assenza di autonomia strategica». Meloni ha detto anche di sentire l’ex premier ancora ricoverato al San Raffaele di Milano ma che non andrà a trovarlo. «Sento Silvio Berlusconi ma sono d’accordo con lui che questo non sia il giorno adatto a una visita».