Migranti, il Pd tendenza Schlein vuol censurare anche il termine “irregolari”
È un po’ come la salute: quando c’è lei, c’è tutto. Così l’antifascismo: basta professarlo per vedersi schiudere porte e portoni. Di tanto, almeno, è convinta Marwa Mahmoud, new entry nella segreteria dem tendenza Elly Schlein. A lei la nuova leader ha affidato il dipartimento “Partecipazione“. Un biglietto da visita di tutto rispetto, che le è valso subito un’intervista amica su Repubblica, giornale da sempre sensibile al fascino dei cognomi esotici. Ad offrire lo spunto, la decisione del Consiglio dei ministri di ieri di decretare lo stato di emergenza sull’immigrazione con tanto di nomina di un commissario ad hoc. Apriti cielo! «Non si possono definire le persone con il linguaggio che usiamo per i cataclismi», ha prontamente reagito Mahmoud.
Così la neodirigente dem Marwa Mahmoud a Repubblica
Niente di nuovo, verrebbe da obiettare: la sinistra è da sempre ossessionata dalle parole. E ora, se possibile, con la Schlein ancora di più. Le cambia in continuazione come transfert psicologico per non cedere alla frustrazione derivante dalla consapevolezza di non poter cambiare le cose. Che poi è la base del linguaggio politically correct: i ciechi diventano “non vedenti“, ma non per questo (purtroppo) riacquistano la vista. E si potrebbe continuare all’infinito. Ai giornalisti, ad esempio, è vivamente sconsigliato di definire “clandestini” gli immigrati che entrano senza permesso nel territorio di uno Stato. Il termine “irregolare” sembrava un buon compromesso, ma ora la Mahmoud vuole un altro giro di vite semantico. «Siamo noi a definire le persone “irregolari”, ma non c’è nessun essere umano irregolare, non parliamo di alimenti scaduti», è stata la sua sdegnata reazione.
Con la Schlein l’accoglienza è “senza se” e “senza ma”
Infatti, a nessuno di noi verrebbe in mente di definire “irregolare” un formaggino lasciato invecchiare oltre la sua data di scadenza. Lo diciamo, invece, degli uomini che entrano in Italia senza averne titolo. La pensa così anche il suo compagno di partito Marco Minniti. La svolta è chiara: con l’avvento di Elly Schlein il Pd non tollererà atteggiamenti eretici sul tema dell’immigrazione. Il “sì” all’accoglienza è incondizionato. Lo spiega bene proprio Mahmoud, figlia di egiziani, diventata cittadina italiana (a conferma che è possibile acquisirla) al termine del ciclo di studi. «Il punto – argomenta – è avere studiato qui, riconoscersi nella Costituzione, nella democrazia e nell’antifascismo». E così tutto torna: quando c’è l’antifascismo, c’è tutto.