Migranti, sceneggiata Schlein: la spara grossa contro Lollobrigida, gli dà del “suprematista bianco”
“Dobbiamo pensare anche all’Italia di dopodomani. Per queste ragioni vanno incentivate le nascite. Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque e avere una famiglia. Non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica”. Sono bastate queste parole pronunciate dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, al congresso nazionale della Cisal, a mandare in tilt Elly Schlein. Mettere insieme i tre elementi della crisi in cui versa l’Italia – denatalità, calo demografico e questione migranti- nel “magico mondo” della segretaria del Pd significa bestemmiare. Grida inorridita: “Noi non vogliamo stare dalla parte di un ministro che parla di ‘sostituzione etnica’; che è linguaggio da suprematismo bianco“.
Schlein la spara grossa contro Lollobrigida che parla di denatalità
La Schlein la spara grossa. Non c’è nessuno suprematismo bianco nell’analisi del ministro. Lo sa la Schlein e lo sa – si spera- la platea a cui si è rivolta, durante la manifestazione a Roma con tro il decreto Cutro organizzata dal varie associazioni. Ma il Pd si bea nel censurare le parole. Pensa di “intortare” gli iscritti facendo la guerra al linguaggio anziché risolvere i problemi, certamente più difficile. Per dire, giorni fa la sinistra al Comune di Torino, nella persona dell’assessore ai Diritti Jacopo Rosatelli ha imposto di dare del lei ai migranti, contro il razzismo. E pensano magicamente di avere risolto il problema del razzismo. Ancor prima, da sinistra partì la crociata contro il termine “irregolari” per i migranti clandestini. Pensando che basti la forma a dare sostanza. La sinistra è da sempre ossessionata dalle parole. E ora, se possibile, con la Schlein ancora di più. Nella frustrazione derivante dalla consapevolezza di non poter cambiare le cose.
Squallido repertorio lessicale della Schlein. Tira fuori pure Auschwitz
La segretaria ne dice anche di più grosse, sfoggiando tutto il repertorio: “Sono parole indegne da parte di chi ricopre il ruolo di ministro, che ci riportano agli anni ’30. E vengono dette, per altro, nel giorno in cui il presidente Mattarella è in visita ad Auschwitz. Mi auguro che Giorgia Meloni prenda le distanze con forza. Perchè quando tutti i giorni ministri o alte cariche dello Stato fanno dichiarazioni di questo tipo, smettono di essere incidenti ma diventa uno schema. Noi ci opporremo con forza a questo schema”. Siamo alla follia. Che cosa va a pescare la Schlein, persino Mattarella ad Auschwitz… E l’immancabile lagna rivolta al premier.
Schlein contro Lollobrigida. Ma fa una gaffe su Cutro
Ma oltre le parole c’è il vuoto. Non c’è una critica fattuale ai provvediementi del governo se non il fatidico, immancabile “vergogna”. E poi? Cosa intende la Schlein per “faremo opposizione al decreto Cutro?” (che slitta a domani in Senato). Lei in piazza urla: “Non vogliamo stare dalla parte di questo governo che si gira dopo la strage di Cutro”. Non legge i giornali la segretaria dem e questo imbarazza. Proprio in queste ore è circolato un video di un superstite della tragedia che inchioda gli scafisti e sbugliarda gli sciacalli che avevano addossato le responsabilità al governo”. Per questo non stupisce l’accusa a Lollobrigida. “Se un ministro dice che bisogna incentivare la natalità; e non rassegnarsi a una situazione in cui gli italiani non facciano più figli è assolutamente tendenzioso trovare chissà quali artifizi dietro le sue parole”. Rimarca bene Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Antoniozzi: “Tendenzioso trovare artifizi dietro le parole lineari di Lollobrigida”
“C’è da trovare una fessura semantica in ogni parola detta da un esponente del Governo – aggiunge – anche quando, come in questo caso, si tratta di messaggi chiaramente lineari. Dobbiamo aiutare le tante coppie italiane che non possono sostenere la genitorialità e creare servizi adeguati: se le parole di Lollobrigida diventano motivo di scontro significa che la volontà di polemica sterile supera qualsiasi volontà di collaborazione su temi che dovrebbero essere condivisi”.