Pensare l’immaginario, Ocone: “Le competenze ci sono. Fondazioni necessarie per offrire una visione”

6 Apr 2023 13:48 - di Sveva Ferri
fondazioni

Sono numerose, prolifiche e attive negli ambiti più disparati, ma hanno una debolezza: procedono in ordine sparso. Dunque, l’obiettivo è fare in modo che la pluralità delle loro voci possa trovare un coordinamento per aiutare a consolidare una “visione”. È stato il professor Corrado Ocone, nella veste di presidente del Comitato scientifico di Nazione Futura, a soffermarsi sulla necessità di superare la “dispersione” che ha caratterizzato finora il lavoro delle Fondazioni e delle associazioni di area conservatrice e liberale. Queste realtà sono state al centro di uno dei panel di “Pensare l’immaginario italiano. Stati generali della cultura nazionale”, concluso dall’intervento del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.

Ocone: “Le competenze non mancano affatto. Serve una visione”

“Le competenze, a dispetto di quello che viene raccontato, in questa area non mancano affatto. Ma serve una visione”, ha avvertito Ocone, sottolineando che il mondo delle associazioni e delle Fondazioni rappresenta un “gruppo di pensiero prepolitico e prepartitico”, ma necessario a sostenere l’azione della politica e dei partiti.

Numerose, prolifiche, plurali: le associazioni e le Fondazioni di area conservatrice e liberale

Un’idea sulla quale si sono ritrovati tutti i rappresentanti di questo “gruppo di pensiero”, che, coordinati dal direttore di Tempi, Emanuele Boffi, si sono presentati e hanno presentato le realtà di cui fanno parte: Luigi Di Gregorio per FareFuturo; Daniele Gabriele di Nazione Futura; Antonio Giordano di New Direction; Manuela Lamberti di Arsenale delle Idee; Lorenzo Maggi di Lodi Liberale; Tommaso Romano di Fondazione Tricoli; Daniele Scalea del Centro studi Machiavelli; Fulvia Toscano dell’associazione Officine di Hermes; Giovanni Ciarrocca dell’associazione Dimore storiche; Silvano Olmi del Comitato 10 febbraio. Storie e ambiti di competenza diversi, ma tutti accomunati da quella capacità di visione per la quale, per dirla con Di Gregorio, “avere una rotta è fondamentale”, anche “per dare una mano alle forze politiche che sono prese da altro”.

L’esempio che viene dall’Ue: ruolo e missione di New Direction

Un esempio concreto di quale possa essere il ruolo delle Fondazioni a sostegno della politica arriva dall’Ue, dove – ha spiegato Giordano – queste realtà sono strutturate, riconosciute e svolgono “attività ancillari, ma indipendenti dai partiti”. Nello specifico New Direction, la fondazione collegata all’Ecr, nasce nel 2009 da una intuizione di Margaret Thatcher, che capì l’importanza di “contrastare il mainstream”. Nel contesto politico di oggi significa anche mostrare al mondo che la destra italiana non è affatto quella “far right” raccontata dalla sinistra, spesso con connotati macchiettistici o allarmanti, ma un soggetto capace della migliore elaborazione politica e culturale.

Rampelli spiega perché parlare di “cultura di destra” non basta

C’è, del resto, una ragione sostanziale per questa capacità: la connessione profonda tra pensiero conservatore e cultura italiana, sulla quale ha richiamato l’attenzione Rampelli. “La cultura conservatrice ha una matrice precisa che affonda radici nella cultura italiana che è per definizione universale, uno strumento formidabile per leggere le altrui culture nel tentativo di fare crescere il bene comune”, ha ricordato Rampelli, avvertendo che per questo la definizione “cultura di destra” risulta “parziale” e smontando anche tutte le fake news propagandante intorno alla sua proposta di legge a difesa della lingua italiana.

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