Pnrr, la Francia sta con l’Italia. Il ministro delle Finanze: “Va rivisto. Roma ha ragione”

6 Apr 2023 8:23 - di Federica Parbuoni
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La Francia fa asse con l’Italia sulla revisione del Pnrr in sede europea. L’apertura sulla battaglia che Roma sta conducendo a Bruxelles arriva dal ministro delle Finanze, Gabriel Attal, mentre si trova in Italia per un evento elettorale a sostegno della candidata di Macron, Deborah Abisror-De Lieme, nel seggio estero. La connotazione prettamente politica della visita non ha comunque impedito al ministro di sottolineare che le richieste italiane vanno «nella giusta direzione», una circostanza che sottolinea quanto la partita sia importante trasversalmente e, insieme, quanto siano strumentali e in fin dei conti lesive dell’interesse nazionale le polemiche della sinistra nostrana.

Il ministro francese: “La richiesta di rivedere il Pnrr va nella giusta direzione”

«Accogliamo con favore la possibilità di rivedere i Pnrr per adattarli meglio alla situazione di ogni Stato membro», ha spiegato Attal in un’intervista con Repubblica. Si tratta, ha aggiunto, «di un passo nella giusta direzione». Come emerso nei giorni scorsi, la Francia, che nell’ambito del Pnrr ha ricevuto 12,5 miliardi, è dietro l’Italia nella riscossione dei fondi. Lo stesso vale per la Germania, che è ancora più indietro, avendo incassato solo i 2,5 miliardi dell’anticipo. E, anzi, la fotografia dell’avanzamento dei lavori restituisce una situazione in cui il nostro Paese risulta fra i più virtuosi, secondo solo alla Spagna, l’unica ad aver già incassato la terza tranche.

Non solo Pnrr: la Francia dà ragione all’Italia anche sul Patto di stabilità

Ma l’appoggio francese alle richieste italiane si estende anche a un altro dossier economico europeo di cruciale importanza: la revisione del Patto di stabilità. «I nostri due Paesi – ha sottolineato ancora Attal – sono legati all’idea che si debba tenere maggiormente conto della diversità delle situazioni in termini di finanze pubbliche. Ma soprattutto siamo convinti che le regole di bilancio debbano anche permettere di sostenere la crescita in Europa. Chiediamo che vengano mantenuti dei margini per effettuare gli investimenti necessari, in particolare per la transizione energetica. Speriamo ora che la Commissione presenti rapidamente la sua proposta per avviare i negoziati e garantire l’entrata in vigore del nuovo quadro all’inizio del 2025».

L’auspicio che si possa “lavorare insieme su un’agenda di sovranità europea”

«I nostri due Paesi – ha ricordato – hanno molto in comune. Una storia, ovviamente, un profondo attaccamento alla costruzione dell’Europa e, naturalmente, un certo numero di sfide da affrontare insieme. Emmanuel Macron e Giorgia Meloni hanno scambi diretti. È successo a Roma poche ore dopo l’insediamento della premier, lo scorso ottobre, così come in occasione dei vertici internazionali». Dunque, «il mio auspicio – ha concluso il ministro francese – è che i nostri due Paesi possano lavorare insieme su un’agenda di sovranità europea, indispensabile di fronte alle grandi sfide, siano esse militari, climatiche o migratorie».

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