Pranzo di Pasqua, picnic di Pasquetta: l’esperto consiglia “il menù del cuore che parli di tradizioni e radici”
Alla vigilia del pranzo pasquale un pediatra, intervistato dall’Adnkronos, guardando alla salute del corpo e al nutrimento dell’anima dei piccoli pazienti, propone un menù del cuore che parli di tradizioni e radici. La ricetta per un pasto di festa che celebri il gusto e appaghi l’interiorità arriva allora da Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta. Un professionista che guarda alle sinergie tra cibo, salute e cura dell’anima. E che propone un paio di regole d’oro per un festeggiamento gastronomico e educativo a misura di bimbi. Perché, spiega il medico: «Il pranzo di Pasqua è un punto di riferimento affettivo per i ragazzi. E per questo va preparato all’insegna delle tradizioni locali e familiari. Due parole chiave da non sbagliare mai». Parola di pediatra.
Pranzo di Pasqua e picnic di Pasquetta: i consigli del pediatra
Una prescrizione salutistica, per il corpo e per il cuore, che lo specialista esorta a seguire. Spiegando: «Abbandoniamo per un giorno le indicazioni nutrizionali dietetiche o la ricerca gastronomica. Bambini, adolescenti, ma anche giovani adulti, si aspettano di trovare lo stesso menù di ogni Pasqua, con le stesse “pietanze del cuore”. Anche a tavola si costruisce la storia personale e della famiglia: le radici, le basi per la crescita», spiega all’Adnkronos Salute Italo Farnetani, non tralasciando di suggerire anche consigli e istruzioni utili anche per riempire il cestino del picnic di Pasquetta. «Le radici familiari costituiscono la storia individuale, i punti di riferimento che aiutano a crescere e hanno forza psico-affettiva», sottolinea l’esperto.
Pasqua, l’invito a un menù che rinnovi le radici familiari e la storia individuale
Infatti, prosegue lo specialista, in feste come la Pasqua, «i più piccoli cercano le stesse pietanze, perché sanno che sono state cucinate con affetto e amore da parte di genitori e nonni. I cibi consumati in famiglia sono sempre i più apprezzati – assicura Farnetani – e non vengono minimamente scalfiti nemmeno dalle pubblicità di prodotti commerciali». E poi aggiunge una nota a margine sul fattore “chilometro zero”: «Il menù del pranzo di Pasqua – sottolinea il pediatra – spesso contiene i cibi tradizionali del territorio. Anche queste sono radici che legano i ragazzi alla propria zona, alla comunità in cui vivono. E sono radici importanti che legano la persona in crescita in modo sicuro all’ambiente in cui vive», evidenzia Farnetani.
Lo stesso menu negli anni: «Un punto di riferimento che rinnova la forza psico-affettiva»
L’invito dunque è a proporre lo stesso menu negli anni. «Al massimo si può aggiungere una pietanza a quelle tradizionali degli anni precedenti, che non devono essere omesse – raccomanda l’esperto –. Se si vuole rinforzare questo momento affettivo e storico, un modo è raccontare le storie legate al pranzo di Pasqua degli anni passati. Quelli che appartengono a genitori e nonni. Sarà un arricchimento affettivo». Per il picnic di Pasquetta, poi, rimarca su un punto fermo: la crostata, «il dolce più gradito da tutti i bambini italiani indipendentemente dalla regione di origine. In genere piace anche con la marmellata. Ma il massimo per loro è al cioccolato», dice il medico. «A questo proposito – aggiunge – non dimentichiamo i pezzi di cioccolato dell’uovo, perché piacciono e ricordano la festa appena celebrata».
L’invito a celebrare la Pasqua con cibi tradizionali che rinvigoriscono radici e tradizioni familiari
Per le altre portate che compongono il “pranzo al sacco” di Pasquetta, Farnetani detta una regola: regione che vai, menu che trovi. Con l’aggiunta di qualche evergreen internazionale che piace a ogni latitudine. «Anche per il picnic si può pensare ai prodotti regionali. Per esempio – chiarisce il pediatra – i bambini liguri accettano con entusiasmo la torta pasqualina. Oppure per i bambini pugliesi o siciliani si può proporre del buon pane con olio crudo, dal momento che in queste due regioni c’è un’ampia varietà disponibile di pane con ottimo olio di oliva. E questo colloca i due prodotti insieme all’apice delle preferenze dei piccoli palati».