Pure Violante avverte Schlein: “Non esistono solo i diritti. Il Pd deve occuparsi anche di doveri e merito”
Anche la voce di Luciano Violante si aggiunge a quella dei diversi autorevoli esponenti di sinistra che avvertono Elly Schlein del fatto che non può cavarsela parlando solo di diritti. Un partito come il Pd deve saper «interloquire con tutta la società italiana», è l’avvertimento dell’ex presidente della Camera, che però va oltre ricordando alla segretaria Pd che se «è giusto parlare di diritti, non si può trascurare il tema dei doveri: le società contemporanee tendono a sfaldarsi proprio per mancanza di politiche dei doveri». «Senza consapevolezza dei doveri – ha ricordato Violante – non c’è comunità».
Violante avverte Schlein: «Pensare solo ai propri diritti disarticola la società»
Per Violante, «una forza di sinistra che aspiri a governare non può trascurare questo tema, su cui si fonda la solidarietà reciproca». «Pensare solo ai propri diritti disarticola la società: ognuno corre per ciò che gli interessa. E senza doveri, i diritti diventano illusioni», ha aggiunto il giurista e parlamentare di lungo corso prima dei Ds e poi del Pd, in un’intervista al Messaggero.
L’avvertimento sulla necessità di «occuparsi dei meriti»
L’ex presidente della Camera, come altri prima di lui, vuole concedere per lo meno il beneficio del dubbio alla nuova segretaria dem, dicendo che «ha appena preso in mano un partito che era ridotto male, diamole tempo». Ma è chiaro che la prima impressione non è stata delle migliori: «Al Pd serve la capacità di interloquire con tutta la società italiana. Non bisogna occuparsi soltanto dei bisogni, ma anche dei meriti, per citare una relazione di Claudio Martelli del 1982 alla conferenza programmatica del Psi».
La scossa su mondo del lavoro e delle imprese
Significa che «serve più attenzione a chi crea lavoro, al mondo delle imprese?», ha quindi chiesto Andrea Bulleri, che firma l’intervista. «È quello che intendo, quando dico di occuparsi anche del merito e non soltanto del bisogno. Serve un’interlocuzione con entrambi i mondi. Anche così si rende forte una comunità», ha risposto Violante, che ha chiarito che «da un dirigente di sinistra mi aspetto, ad esempio, un impegno sul tema della cultura: l’ultimo confronto aperto su questo ci fu nel 77, con Berlinguer. Oltre, naturalmente, a un dialogo con il mondo del lavoro: i sindacati, ma anche gli imprenditori».
I rischi di una «gestione monocratica del partito»
Non va meglio, poi, se ci si sposta sul fronte delle dinamiche interne. «Mi sembra che la nuova segretaria abbia in mente una gestione monocratica del partito», ha commentato Violante, per il quale va anche «bene la decisione solitaria, ma prima bisogna almeno ascoltare tutti». E, «a giudicare dalle lamentele», non sembra sia stato così. Una dinamica che non può passare «sulla linea del partito». Per quella «il confronto sarà necessario. Le diverse sensibilità – è stato l’ennesimo avvertimento di Violante a Schlein – vanno rispettate: se su alcune questioni i cattolici hanno dubbi, bisogna ascoltarli». «I partiti fondati sul “si fa come dico io” crollano appena il leader inciampa. Non è storia del Pd», ha proseguito l’ex parlamentare, giudicando «un po’ anomalo» il meccanismo per cui il segretario del partito è stato fatto «scegliere ai simpatizzanti invece che agli iscritti»: «Non si può far decidere a chi sta fuori cosa deve fare chi sta dentro».