Renzi gongola per la new entry Borghi: “Il terzo polo si allarga a fisarmonica. Avanti con il prossimo”
Gongola e va all’incasso. La fuga del senatore Enrico Borghi dal Pd di Elly Schlein e l’ingresso in Italia Viva mettono il buon umore a Matteo Renzi, che vede ingrossare (non ci vuole molto) le sue file. E si dice sicuro di nuove prospettive per il suo partito e per il terzo polo. A dispetto delle percentuali elettorali. “Lo spazio del Terzo Polo in certi momenti sembra esaurirsi e poi invece si allarga, a fisarmonica. Questo spazio c’è e non possiamo non prenderne atto”, così l’ex premier durante un punto con la stampa insieme a Borghi e a Raffaella Paita, capogruppo in Senato.
Renzi: con Borghi il terzo Polo è più forte
“Quando le strade si rincrociano è sempre bello. Ci vuole tanto coraggio a lasciare la casa in cui si sta. Con questo gesto di Borghi il Terzo Polo è più forte e questo fa bene all’Italia“. Così all’indirizzo del senatore, ormai ex Pd, che pure in passato con Matteo ha avuto rapporti non sempre di stima reciproca. Ma oggi sono i fatti (e i numeri) a contare. In tanti mollano il Pd dopo anni di onorata militanza per l’impossibilità a convivere con la nuova leadership. Dopo Fioroni e Marcucci, anche il senatore vicino a Letta lascia il Nazareno. La deriva massimalista della nuova segretaria è inaccettabile.
La deriva massimalista manda in fuga i dem moderati
“La Schlein – dice Borghi (che conferma di restare al Copasir) – ha intrapreso un percorso di omologazione culturale, dettata da poteri esterni. Sostiene la narrazione di una politica anticapitalista e pauperista”. Musica per le orecchie di Renzi. Che ironizza sull’emorragia del suo ex partito. “Chi sarà il prossimo? Non lo so. Se ci sarà un prossimo? Sì. Io non sto lavorando per questo. Ma è evidente che ci saranno altri arrivi”. Per il leader di Italia Viva l’assottigliamento delle schiere del Pd sarà inevitabile, quasi fisiologico. “Se Schlein è fedele sui temi su cui ha vinto il congresso, va verso il massimalismo. Se non lo fa, tradisce se stessa. Il mondo del cattolicesimo democratico non può sentirsi a casa con chi parla di Gravidanza per altri. E dice pure che è una posizione personale senza assumersi la responsabilità di una posizione politica”.
Niente gruppo autonomo di Italia Viva
Per ora Renzi promette di non fare passi più lunghi della gamba, anche se i numeri (6 senatori) glielo consentirebbero. Non ci sarà un gruppo parlamentare autonomo da Azione di Carlo Calenda, dice. “Borghi non è il sesto senatore, per noi è il decimo senatore de gruppo del Terzo Polo. Noi non rompiamo i gruppi. Io rimarco e rivendico il primato della politica. Non sono alla ricerca di un ruolo per me. Io sono convinto che il progetto del Terzo Polo serva al Paese”. Poi la stoccata al governo, il vero collante della galassia centrista. “Questa comunità politica sta in piedi perché c’è un ideale. No ai sovranisti e no ai populisti. Borghi non è l’ultimo a crederci, altri prenderanno il coraggio a due mani. Tutti quelli che pensano che Italia Viva non è più viva, ecco noi siamo vivi più di prima”. Se i dem sono spiazzati, tanto da chiedere a Borghi le dimissioni da vicepresidente del Copasir, tra i renziani sono in tanti a dargli il benvenuto. A cominciare da Maria Elena Boschi. Che su twitter scrive: “Un amico e un politico con cui abbiamo condiviso l’impegno per le riforme del Paese. Sono contenta di riprendere questo cammino insieme”.