Riforme, FdI: «Patto per la Terza Repubblica. La sinistra non tema il presidenzialismo»
Un patto per il presidenzialismo. Per ammodernare l’architettura costituzionale della Repubblica e anche per lasciare alla sinistra il ruolo di arcigna guardiana del passato che non passa. A rilanciarlo, Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Non possiamo vivere legati a fantasmi del passato ma dobbiamo lanciare un patto con le forze responsabili per realizzare la Terza Repubblica», è la proposta dell’esponente di FdI. Del resto, ricorda, l’Italia si è già dotato di sistemi elettorali di conio presidenzialista sia per i sindaci sia per i presidente di Regione. Manca, appunto, il livello più alto, quello del capo dello Stato.
Antoniozzi: «L’opposizione abbandoni i suoi pregiudizi»
«Siamo una democrazia matura, che elegge direttamente tutti i propri rappresentanti tranne quello più importante», sottolinea Antoniozzi. A suo giudizio, occorre colmare questa lacuna «con un giusto sistema di contrappesi». Il parlamentare di FdI lancia anche un appello all’opposizione affinché sostituisca il giudizio al pregiudizio in tema di riforme istituzionali. «Sul tema del presidenzialismo – ricorda ancora Antoniozzi -, la sinistra non deve mostrare timori ma riprendere il progetto di un grande leader socialista, Bettino Craxi, e mostrarsi riformista». Vedremo. Finora la sinistra ha pensato più a specchiarsi nel passato che a progettare per il futuro.
Pera: «Il presidenzialismo è il baricentro del nuovo riformismo»
«Sarebbe bello – conclude Antoniozzi – se il 25 aprile prossimo, insieme alla condivisione dei valori repubblicani e democratici ,ponessimo la questione di un ammodernamento della nazione che, a mio avviso, interessa concretamente i nostri connazionali». Uno sprone a riprendere in mano il pallino delle riforme istituzionali è arrivato anche da Marcello Pera, intervistato dal Corriere della Sera. Per l’ex-presidente del Senato, il tema del presidenzialismo (o del premierato) costituisce «il pezzo fondamentale» di un mosaico di riforme molto più vasto e profondo. «Bisogna ritoccare anche il bicameralismo perfetto e il procedimento legislativo – suggerisce Pera -. In modo che il governo abbia la possibilità di applicare il proprio programma e il Parlamento non possa bloccare all’infinito le leggi».