Sanità, sbloccati i nuovi Lea: erano fermi da 6 anni. Schillaci: “Segnale fortissimo contro le disuguaglianze”
Via libera al decreto tariffe che sblocca i nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza, che erano fermi da sei anni. La misura è stata presentata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che con l’occasione ha anche spiegato che in vista della scadenza dell’obbligo dell’uso delle mascherine in ospedale, prevista per il 30 aprile, ci sarà “un allentamento della morsa”, ma non una cancellazione totale. La maggiore libertà, infatti, “non riguarderà tutti i reparti”. La linea resta quella del pragmatismo e del buon senso: servirà valutare dove “eventualmente ci sono pazienti fragili”, ha chiarito il ministro, annunciando che “domani abbiamo una riunione e comunicheremo i risultati”. “Alleggerire l’obbligo delle mascherine e lasciarlo in alcuni reparti credo che sia una ottima soluzione”, ha commentato l’infettivologo Matteo Bassetti.
I Lea fermi da 6 anni, il governo li sblocca in 6 mesi
Schillaci ha salutato come un “momento particolarmente significativo” l’approvazione del decreto tariffe per l’applicazione nuovi Lea, che arriva dopo 6 anni dall’ultimo Dpcm. Il provvedimento, che ha avuto anche il via libera della Conferenza Stato-Regioni, prevede 2 nuovi nomenclatori: specialistica ambulatoriale e assistenza protesica. “Noi che siamo al governo da 6 mesi siamo finalmente riusciti con un grande lavoro a sbloccare una situazione che comportava in varie regioni prestazioni ambulatoriali obsolete”, ha detto il ministro, ringraziando le Regioni per la collaborazione.
Schillaci: “Un segnale fortissimo contro le disuguaglianze tra Regioni”
“Abbiamo introdotto nuove prestazioni, è un segnale fortissimo che va nella direzione di superare le diseguaglianze fra le regioni”, ha proseguito il ministro, sottolineando che si tratta quindi “di un giorno importante per i cittadini italiani e per i pazienti di tutte le regioni, che finalmente avranno accesso a nuove prestazioni”. Il prossimo passo sarà un tavolo di monitoraggio con il Mef, che “comincerà a lavorare da domani fino alla concreta messa in atto del decreto”.
Già messi a disposizione 400 milioni, altri 200 potrebbero arrivare per la fine dell’anno
“Siamo assolutamente certi – ha aggiunto il ministro rispondendo ai giornalisti – che accanto ai circa 400 milioni di euro messi a disposizione per questo decreto, laddove il monitoraggio dovesse portare a individuare una ulteriore richiesta, che qualcuno quantifica in 200 milioni, saremmo in grado da qui alla fine dell’anno di trovarli. È un aspetto – ha concluso Schillaci – che è stato calcolato, c’è l’assenso del Mef al provvedimento e quindi siamo soddisfatti”.