Santa Elly secondo La Stampa di Giannini: le sneakers, la pignoleria elvetica, il taccuino…

20 Apr 2023 18:23 - di Vittoria Belmonte

E ancora una volta a suonare i violini per la segretaria del Pd Elly Schlein chi troviamo in prima fila? Ma sempre Massimo Giannini con la Stampa. Quanto attivismo nel farsi notare da parte del direttore del quotidiano torinese, ma non scadiamo nel gossip e veniamo al sodo, anzi agli scritti.

Due belle paginone per il debutto di Santa Elly in conferenza stampa. Del resto a tanto lirismo nel descrivere le gesta di Schlein ci aveva già abituato Annalisa Cuzzocrea che così salutava mesi fa la candidatura di Elly alla segreteria dem. Lei parla e – scriveva Cuzzocrea – “le centinaia di persone che hanno aspettato quelle parole, proprio quelle, per due ore, scattano in piedi, intonano forte Bella ciao, gridano «Brava» e non si fermano più“. Ancora: lei è pronta zaino in spalla e taccuino in mano ad andare tra la base. La mitica base sempre evocata nei momenti di crisi. Lei è tutt’altro che “fragile” e “indecisa”. Lei “sfida” le correnti. Lei è circondata da una folla adorante: “Ci sono 160 sedie disposte a cerchio, al Monk, ma ci sono molti moltissimi posti in piedi. Ceto medio riflessivo, si direbbe a guardare chi è seduto. I più giovani sono dietro, riempiono gli spazi e la sala accanto. Ma il primo pensiero è per chi non c’è: «Verremo noi», promette Schlein, che assicura di essere pronta a un giro tra la base con taccuino in mano e zaino in spalla“. Ma soprattutto, ci informava Cuzzocrea, “Schlein beve dalla borraccia ecologica, perché tutto sembra improvvisato, ma nulla lo è davvero”. 

E vedremo che questi elementi dell’iconografia schleiniana ritornano nei pezzi odierni della Stampa. C’è il taccuino, ma non c’è lo zaino. Però entrano in campo le sneakers. Ecco cosa scrive Carlo Bertini: intanto la promozione a pieni voti “Radicale nei principi e nei valori, pragmatica nel metodo”. E così si continua: “lei si presenta con un completo colorato e le consuete sneakers bianche, sfoderando un taccuino dove annota le domande e un metodo che denota una pignoleria elvetica e un’attenzione a non fare passi falsi, da politica smaliziata. Esordisce spiegando che riunirà la prima segreteria del nuovo corso domani a Riano, «in memoria di Giacomo Matteotti, deputato socialista trucidato dai fascisti», il cui corpo fu ritrovato nelle campagne circostanti”.

Nella pagina a fianco Francesca Schianchi si esibisce a sua volta nel concerto in lode e cerca di fare di più e meglio, mentre si prepara per vezzeggiare venerdì sera i compagnucci di Propagandalive col suo spiegone (in pratica un comizietto antigovernativo). Ma per Elly l’adorazione è massima: intanto la presenta come un’eroica combattente. “Il primo messaggio che manda è lo stesso che pronunciò occhi negli occhi con la premier, un mese fa in Aula alla Camera: «Lei è al governo, ci sono io all’opposizione». Vuole essere lei, vuole essere il suo Pd la vera alternativa alla destra…”. Notare il gladiatorio “occhi negli occhi”, ma andiamo avanti: “Vuole essere l’anti-Meloni e si vede – e non è certo solo una trita questione di giovane leadership femminile. «Si fa trovare là dove bisogna stare per essere l’opposto di questa destra», valuta un vecchio dirigente dem superando la naturale ritrosia davanti all’eccentricità della figura di Elly Schlein”. Una che si muove in biblico “tra il movimentismo delle origini, le sneaker, l’aria sempre un po’ da Università occupata, e il senso di responsabilità del nuovo ruolo”. Non è tutto meraviglioso?

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