Stefania Craxi racconta papà Bettino: “Mi fece deporre fiori dove avevano ucciso Mussolini”
«Mio padre Bettino Craxi era nato a Milano, parlava dialetto milanese, sapeva tutte le canzoni popolari, oltre a tutte le canzoni politiche, da quelle anarchiche a quelle fasciste; ma era un siciliano». Stefania Craxi, figlia dell’ex leader del Psi, senatrice e presidente della Commissione Difesa e Esteri di Palazzo Madama racconta ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera la sua infanzia.
«Papà cantava anche le canzoni fasciste come “La Sagra di Giarabub”»
Allo stupore di Cazzullo, che le domanda: Suo padre cantava le canzoni fasciste?, la figlia di Bettino Craxi rivela alcuni aneddoti rimasti finora nascosti: «Era un uomo di sinistra, a casa di suo papà si riuniva il Cln lombardo. Ma mi insegnava la Sagra di Giarabub, che oggi non sanno neppure questi di Fratelli d’Italia».
La figlia di Bettino Craxi racconta la visita al luogo dove fucilato il Duce
«La domenica – racconta la parlamentare di Forza Italia – andavamo a passeggiare sul lago di Como. Un giorno ci trovammo davanti al cancello contro cui fu fucilato il Duce. Il cartello diceva: fatto storico. Craxi si indignò: “Che ipocrisia, si vergognano di quello che hanno fatto!”. Così mi portò a comprare un mazzo di fiori e a deporli dove era morto Mussolini». Cazzullo le ricorda che Bettino Craxi aveva un buon rapporto con Giorgio Almirante.
“Mio padre fu sconfitto dalla grande finanza, citò un finanziere di nome Koros”
«Sognava che un fascista e un socialista andassero insieme a piazzale Loreto – risponde Stefania Craxi – dove si era consumata quella che riteneva un’infame barbarie, e rendessero omaggio sia alla memoria di Mussolini, sia a quella dei partigiani socialisti che lì erano stati fucilati». Quindi, la primogenita ricorda le tensioni con il Pci di Berlinguer: «Craxi non voleva distruggere i comunisti. Voleva farli evolvere, per costruire l’unità socialista. Si chiedeva: ma perché Berlinguer ce l’ha tanto con me? Perché non viene a fare un giro a Milano, a vedere come cambia il mondo?».
La rovina di Craxi legata anche alla rottura con gli americani su Sigonella? «Non è così. Craxi fece rispettare la legge italiana e il diritto internazionale, e Reagan lo capì. Tangentopoli fu un capitolo della guerra tra la finanza internazionale e la politica; e ha vinto la finanza. Craxi ne ha ricavato un romanzo, in cui il capo della finanza si chiama Koros. Provi a sostituire la prima consonante con una S…», replica niente affatto sibillina la parlamentare di Forza Italia.