Tempi duri per la veggente di Trevignano, il Comune intima: teca, statua e strutture devono sparire in 90 giorni

19 Apr 2023 19:52 - di Lorenza Mariani
veggente Trevignano

Tempi duri per Gisella Cardia, la sedicente “veggente di Trevignano“. Dopo la sua sparizione temporanea la donna – poi ritornata sulla scena – ora deve vedersela con un’ultima grana: quella che si inserisce nel solco sempre più profondo dei problemi relativi alla sua attività di portavoce e intermediaria dei messaggi della Vergine. Il Comune che la ospita, infatti, ha ordinato la demolizione di teca, simboli religiosi, panchine e gazebo allestiti in Via Campo Le Rose per accogliere i fedeli. Dovrà sparire tutto entro 90 giorni: così dispone infatti l’ordinanza di demolizione dell’amministrazione comunale, che fissa il termine ultimativo. E che avrebbe già riscontrato l’abusivismo edilizio delle strutture.

Veggente di Trevignano, il Comune ordina la demolizione delle strutture per i fedeli

La decisione arriva dopo la bufera che si è sollevata attorno alla Cardia, da tempo ormai alle prese con apparizioni mistiche e fascicoli giudiziari. Dunque, dopo le polemiche sull’attendibilità della sedicente “veggente” di Trevignano, che dice di parlare ogni mese da ormai cinque anni con la Madonna, e della statua, il cui volto si sarebbe più volte bagnato di lacrime di sangue, ora arriva una batosta tutt’altro che opinabile. Una ordinanza che impone all’associazione onlus La Madonna di Trevignano Romano Ets di «provvedere alla demolizione» di una serie di opere che sono ritenute «abusive». Ossia costruite «in assenza di titolo autorizzativo». Manufatti e strutture allestite per i pellegrini che si recavano a Trevignano per pregare vicino alla statua della Madonna, convinti che il suo occhi piangessero lacrime di sangue.

Un’ordinanza intima: «La teca con la statua della Madonna dovrà sparire entro 90 giorni»

Nel provvedimento il Comune di Trevignano – che elenca tutti i manufatti e le strutture da abbattere – sottolinea che l’ordinanza di demolizione è arrivata in virtù del fatto che la teca e gli arredi dell’area, dove ogni tre del mese i devoti si riuniscono, non sarebbero stati installati nel rispetto della legge. Intimando, pertanto, di «provvedere» alla loro «demolizione». Così, nel mirino dell’amministrazione comunale sono finiti: «Un manufatto in legno con tetto ricoperto in guaina ardesiata». Una «teca in vetro con al suo interno la statua della Madonna», che è poggiata su una «base circolare in cemento».

La richiesta del «ripristino dello stato dei luoghi entro il termine massimo di 90 giorni»

E ancora: una «costruzione in legno» contenente «una statua votiva». Il posizionamento «in forma circolare di 61 panche in legno e metallo, infisse nel terreno tramite staffe metalliche». Tutto entro un arco di tempo fissato in 3 mesi. In base all’ordinanza di demolizione del Comune di Trevignano Romano, infatti, l’amministrazione locale richiede all’associazione di «provvedere alla demolizione» delle opere e al «ripristino dello stato dei luoghi entro il termine massimo di 90 giorni» dalla notifica dell’ordinanza. In caso di mancata ottemperanza alle disposizioni dell’ordinanza, la Onlus Madonna di Trevignano sarà sanzionata e i beni e l’area saranno acquisiti a patrimonio comunale.

Il Comune presenta il conto alla veggente di Trevignano e al suo piccolo impero

Il piccolo Comune laziale sul lago di Bracciano ha presentato il conto alla presunta veggente che, in bilico tra sacro e profano. E tra profezie e testimonianze, incontri coi fedeli e atti d’indagine, ora vede sgretolarsi, pezzo a pezzo, il suo piccolo regno. Una scure anche amministrativa, abbattuta sul suo credo. Su un piccolo impero che continua a vacillare tra scetticismo razionale, recriminazioni di ex fedeli e ordinanze amministrative.

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